Opera dei pupi e marionette, nasce un teatrino stabile anche a Marineo


di Francesca Di Marco
MARINEO. Dal 23 gennaio Marineo avrà un suo teatrino stabile, un angolo al di fuori del tempo e della storia, una magia insolita che va vista con i propri occhi e vissuta. Noi vi raccontiamo una storia... Voi andate a vedere. Di persona.
Marineo, 27 Giugno 2009. I ragazzi del Musical Paulus sono tutti concentrati ed emozionati: stanno facendo le fatidiche prove generali sul sagrato della Chiesa. Seduto sulla panchina di fronte, un ometto con baffittu da spalviero e baschiteddu, tutto assorto e concentrato e curiusu, non perde neanche una battuta, un movimento delle prove. E si alza, ma unni va? Si v’assetta nni la panchinedda cchiù vicina ancora. Miscati, chissu appassionatu bbonu è. Ma cu è? Lo osservo meglio e mi dico: deve essere qualche artista marinese, che si occupa di teatro… cu è… cu è… cu è… u vò vidiri ca è Sanicola, u puparu? E dico ad Elisa: -Siddu è Sanicola mi cci vogghiu fari na fotografia!- Ma, chi vuliti? Iddu seccapaci avissi dittu: -Signorina, sugnu maritatu! Sugnu famoso! – oppure-un sugnu Sanicola!- No, no, ssa malafiura no. Dopo qualche giorno di pedinamenti, appostamenti, indagini… iddu veru è!
Ponte Caffaro, 28 Novembre 2009. Ho già girato in lungo e in largo il sito di questo puparo e vedo nuovi personaggi, nuove storie, nuovi intrecci, nuove ricerche, nuove energie, 2 teatri stabili (Monreale e Milano), centinaia di spettacoli, eventi, collaborazione con le scuole e l’Università di Milano e penso: -Finì ca u teatro dei Pupi sta murennu? A Milanu am’a essiri!- E ne parlo con i miei bambini (miei fidati consiglieri) e scopro che loro hanno visto l’Opera dei Pupi in Sicilia, hanno dei Pupi-souvenir a casa e penso che quella che ne sa di meno in quella classe è la sottoscritta. Un po’ essiri. Qua c’è bisogno di andare a vedere con i miei occhi.

Incitata dai miei bambini che, per l’occasione, mi suggeriscono mille domande da fargli, mi armo di coraggio e gli scrivo un’e-mail. Aspetto e spero, aspetto e spero… sulla mia casella di posta elettronica ne arriva una dal titolo “Chi avria mai creduto tal meraviglia (Boiardo)”. Iddu è. E mi comunica non solo che si può fare ma, meraviglia delle meraviglie, sta per aprire un teatrino a Marineo, nella stessa strada dove la sua passione per i Pupi è nata e venivano i Pupari a raccontare gesta eroiche che, dopo tanti anni, mio padre ricorda ancora a memoria (si, signori miei, battuta per battuta! Provate a chiedergli di Rinaldo e di Orlando e come scoprirono di essere cugini e osservategli bene le fiammelle che si accendono nei suoi occhi!).
Marineo, 3 Gennaio 2010. Da vera disordinata e disorganizzata, stanotte ho scritto nero su bianco su un foglietto volante tutte le domande che vorrei fargli. Chiamo Carmelina e Tania: venite? Ovvio, e chi si fa scappare questa occasione? Scendo da mia cugina Francesca: e tu? Sei dei nostri? Cinque minuti e sono pronta. L’appuntamento è alle 16.30 in via Triolo. Ci vediamo tutti là. Davanti la porta: picciò veru dicemu? Mi pari malu. Amunì! Grande boccata d’aria, forza e coraggio: suoniamo. Ad attenderci e accoglierci un sorriso dolce e materno di una garbatissima signora Sanicola. Rimaniamo piacevolmente colpiti, poi guardiamo lui e pensiamo: ma comu si lu marità? Iniziamo ad ascoltare i suoi racconti e il fascino è tale che rimarresti a bocca aperta ad ascoltare per ore ed ore. Adesso capisco! Ho usato rimarresti, ho sbagliato, avrei dovuto dire rimani. E noi, lo abbiamo fatto. Scruto le pareti piene di cartine della Sicilia, i suoi libri, la sua radio antica e mi siedo: ci siamo. E scopriamo un mondo nuovo, un uomo che ha fatto della sua vita un racconto poetico, affascinante e intelligente. Il primo puparo di una nuova generazione, la generazione che ha capito che la salvaguardia cammina a braccetto con l’innovazione, la tecnologia, la sperimentazione. L’opera dei Pupi, racconta, nasce dal fatto che i Siciliani dopo anni di canti, cunti e cantastorie smaniavano: avevano bisogno delle immagini. Adesso, come allora, il Siciliano, o lo spettatore in sé, smania arrè. Ha bisogno di nuovi racconti, di nuove gesta. Nasce la ricerca del nostro (appassionato di archeologia, letteratura classica, Boiardo) di nuovi intrecci da raccontare. Nasce il ciclo classico nella sua Opera. Ma credete forse che abbia preso Omero e lo abbia portato in scena? No, troppo facile signori! Lui ha letto tutto di uno scrittore minore del VI sec. a. C. di Himera, Stesicoro. E chi non ne ha mai sentito parlare? (Io, no). Scrittore divenuto cieco per aver dato delle belle batoste ad Elena nei suoi racconti. Ma poteva fermarsi al ciclo classico? No! Per cui, oltre a questo e al ciclo Carolingio decide che, ebbene si, va raccontata anche la storia di Artù e della ricerca del Graal. Iniziano 4 intensi anni di appassionata ricerca delle fonti e dei racconti che, a differenza del ciclo Carolingio, portano in direzioni completamente opposte. Come fa, come non fa, riesce a venirne a capo e a stendere questa storia nuova per il pubblico. Il pubblico. Lui sostiene che un vero artista deve essere prima spettatore di ciò che fa perché il pubblico va rispettato, ascoltato, incitato e non va mai annoiato. Continua la sua incessante ricerca di un ritmo incalzante, leggero e ti ritrovi sospeso in uno spazio e in un tempo lontani, magici. Adesso anche Marineo ha il suo teatrino, rivolto ai ragazzi, agli alunni delle scuole perché, dice, il teatro ha una funzione pedagogica, non tanto nel racconto di gesta ed eventi tratti da una tradizione culturale nostra, tanto per la voglia che mette allo spettatore di uscire e raccontare l’Amore appena visto. La voglia di sedersi e parlare con i genitori e vedere riaccendere nei loro occhi i bagliori di quel sentimento che regge il mondo. Il teatro come spalla e sostegno di educatori, come dialogo e non mera narrazione. Da ciò nasce il progetto del Teatro-ragazzi, dove il puparo si affianca ai docenti insegnando ai bambini come e quando applaudire, come stare in silenzio, attenti. Chissà perché, io immagino già file anche di adulti che aspettano il turno per uno spettacolo dedicato a loro. Guardiamo l’orologio, cavoli, sono già le 18e30. Picciò cugghiemuni i pupi e ninni emu a la casa!
P.S. Il 22 Gennaio sarà a Monreale e il 23 si inizia a Marineo, in scena La morte di Orlando. Un Orlando che, per la prima volta nella storia, si chiede se la sua vita andava davvero condotta in quel modo, da combattente o se ha sbagliato qualcosa. Un Orlando che pone a se stesso delle domande che rimangono nell’orecchio dello spettatore come una pulce, che farà riflettere. Mi sono rifiutata di fare delle foto al teatrino (ndr. quella pubblicata è d'archivio) e di descriverlo perché è un angolo al di fuori del tempo e della storia, una magia insolita che va vista con i propri occhi e vissuta. Lo stesso faccio per i Pupi. Andate a vederli. Di persona.
A Sanicola e ai suoi collaboratori auguro di trarre molteplici soddisfazioni nate dalla loro appassionante ricerca e sperimentazione.