Marineo: in mezzo alla gente, assistendo al musical “Il Risorto”


di Franco Vitali
MARINEO. Scendevo verso il Crocifisso domenica sera e già mi colpiva il gran numero di persone che si affrettava a raggiungere una delle mille sedie disposte davanti al palco dove da lì a poco più di cinquanta giovani della Parrocchia di Marineo avrebbero messo in scena un musical su Gesù Cristo.
Chiesi a don Ciro, un anziano del paese: “Ma lei lu sapi nzoccu hann’a ffari stasira?” E lui di risposta: “Mma, dicinu na cosa cantata, na Scesa di La Cruci cantata…”. In effetti un musical era una forma di spettacolo nuova per Marineo; il fatto poi che esso fosse collocato a conclusione della festa del Corpus Domini attirava tantissima gente, come spesso capita in paese per gli spettacoli di genere religioso.
A breve, mentre il crepuscolo calava nella più antica piazzetta marinese ed un fresco ristoratore dava sollievo alla calura del giorno che si avviava alla conclusione, le sedie furono tutte occupate ed i tantissimi ritardatari si disposero nei vari angoli della piazza incuranti della prospettiva di rimanere in piedi per delle ore.
L’atmosfera era festosa ed eccitata: si sapeva che le prove del musical erano durate sei mesi , che i giovani si erano impegnati con entusiasmo… insomma l’attesa era spasmodica.
Arrivò finalmente padre Leo a spiegare a tutti cosa “cosa avrebbero visto”: un musical dal titolo “Il Risorto”, una rappresentazione cantata e danzata della Morte e Resurrezione di Gesù Cristo messa in scena con grandissimo entusiasmo dai giovani della Parrocchia. Aggiungeva padre Leo che non era strano che lo spettacolo andasse in scena a Luglio piuttosto che a Pasqua: durante l’Ottava di lu Signuri infatti il Corpo e il Sangue di Cristo portati in Processione per le vie del paese riportano al Mistero della Fede più grande per i cristiani, rinnovandone la presenza. L’offerta del Corpo e del Sangue di Gesù per la salvezza del mondo è messaggio sempre vivo e presente nella comunità cristiana e la richiama fortemente alla sua missione evangelizzatrice. Ecco, anche un musical, se offerto con cuore di cristiani autentici, può stimolare, deve stimolare una riflessione sul significato della morte di Gesù e sul messaggio che deve rimanere vivo in tutti noi credenti.
Adesso tutto era chiaro per gli spettatori: l’attenzione era dunque alta, la curiosità grande, l’impazienza serpeggiava e si leggeva sui tanti visi. “Totò, ma quannu accumencia?” chiedeva una moglie al marito seduto poco distante da me. Ed il marito di rimando: “Ora, picca cci manca, viu movimentu darrè lu palcu”.
Arrivò invece sul maxi schermo il video del back stage mettendo alcuni nel panico: “Ma chissà è lu musical?” subito stroncato da tanti “ no quannu mai, unn’è chissu, io lu sacciu nca mè figghia fa na parti…” e da tantissimi “ ah, mi paria!” di sollievo.
E il musical arrivò. Una serie di emozioni e sensazioni che non riuscivo a separare l’una dall’altra: gli sfondi illuminati rimandavano colori di intensità e bellezza unici; il gruppo in scena si muoveva con grazia e con gli attori danzavano variopinti costumi, ben scelti e ben fatti; la musica era accattivante, le voci gradevolissime, pur se rotte dall’emozione palpabilissima. Ad ogni cambio di luce la scena rimandava sensazioni forti e gli applausi erano spontanei e liberatori.
Ad un tratto il tempo si fermò: era la scena della Crocifissione, il momento più ricco di suspense e di pathos, la sintesi di tutto il messaggio cristiano; gli attori davano il meglio di se e nessuno più si ricordava che essi non erano professionisti, tanto la loro forza espressiva era intensa e concentrata. Sul piazzale del Crucifissu era calato il silenzio: la gente tratteneva il fiato alla rievocazione del momento conclusivo della vicenda umana di Gesù; poi la commozione si scioglieva e prevaleva in tutti i presenti la certezza che quel particolare momento segnava in modo indelebile il mondo, iniziandolo ad un percorso salvifico, alla conoscenza dell’Amore e della pietà…
Ed infine la Resurrezione, con un Cristo trionfante che recava in braccio due bambini – metafora dell’innocenza – ed un tripudio di applausi davvero convinti.
“Marì, ma un fu veru bellu? Mi vinìa di chianciri a un certu puntu… ma chi eranu bravi sti picciutteddi!”. “Raggiuni ha Ninu, nu mi l’aspittava na cosa accussì bella… e ppò lu vidisti quantu cristiani? Cchiossà di milleccincucentu! Cchiossà di quannu vennu li cantanti!”
E mentre mille commenti – tutti entusiastici, tutti positivi – si intrecciavano tra la gente che soddisfatta faceva ritorno a casa o si recava a vidisi lu iocu di focu, calò il sipario su una bellissima serata di spettacolo e fede cristiana, la sira, a lu Crucifissu. La comunità marinese si era ritrovata a condividere emozioni e valori identificanti, a sentirsi viva.
Restano oggi alcune riflessioni: il musical è stato un mezzo efficacissimo per veicolare i contenuti che il parroco do Leoluca Pasqua ha recentemente annunciato nell’ultimo Consiglio Parrocchiale: nel prossimo anno l’attenzione e l’impegno della comunità marinese dovranno sintonizzarsi sul ruolo missionario della Chiesa di Cristo e concentrarsi su un ruolo forte di nuova evangelizzazione. Partendo da una adesione convinta e coerente alla fede di Cristo, occorrerà rendere matura la propria appartenenza alla comunità parrocchiale, privilegiarne l’aspetto spirituale e soprattutto aprirsi agli altri e portare il messaggio cristiano a quanti lo conoscono poco: i giovani in particolare.