Gemellaggio Marineo-Sainte Sigolene, cronaca del mio viaggio in Francia


di Angela Costa*
MARINEO. Arrivo a sainte Sigolene che sono già le 10 di sera. Ad aspettarmi alla sala polivalente la delegazione marinese, fatta da Giovanni, Biagio, le maestre, Antonino, salvo e amici francesi.
Mi aspettano con un bicchiere di champagne e un piatto di dolci. Baci e abbracci e poi di corsa a nanna da Marygiò, mio corrispettivo francesce. Tra uno starnuto e l’altro passa la notte e alle 7,30 di sabato mattina sono già all’appuntamento con i ragazzi. Ma ancora non si vede nessuno, così parto alla scoperta del paese. Silenzio, quiete e grandi spazi accompagnano questo mio girovagare solitario tra le Rue. Ti sembra quasi un sacrilegio anche accendere la prima sigaretta della giornata, tanta è pulita l’aria che ti accompagna. Ma sono già le 8 e allora andiamo al luogo dell’appuntamento. Alcuni bambini sono già lì, ed ecco la prima emozione della giornata. Subito mi si stringono intorno, mi abbracciano, mi fanno mille domande e mi fanno sentire felice e dimentico subito la fatica del viaggio. Ne valeva la pena. Arrivano anche alcuni genitori che erano già andati via la sera prima e ancora braci e abbracci. Mi ritrovo così a baciare ed abbracciare persone che fino al giorno prima neppure conoscevo. Ma è l’aria di fratellanza e di comunione che ci avvicina sempre di più. Mi raccontano dell’emozione dell’arrivo, della scoperta dell’accoglienza di cui avevano solo sentito parlare. Li vedo sereni e sorridenti, per niente turbati o stanchi e mi rassereno. I bambini, poi, sono lo specchio della felicità. Mi raccontano dello zoo del giorno prima. Mi fanno vedere foto. E aspettano con ansia le nuove scoperte che verranno. Si lamentano solo che il tempo passa veloce.
Si parte alla volta di Le Puy. ”Vieni con noi?” mi si chiede. E chè, sono qua per stare con voi, non per annoiarmi nei meandri di qualche palazzo a bere aperitivi. Mi ritrovo così al primo posto, quello d’onore sul pullman, ma mi sento a disaggio. Mi siedo allora con la piccola Rosy che è al telefono con la mamma. Me la passa e la tranquillizzo. Ma la signora è serena perché sente la figlia allegra e sorridente. Ecco, seduta qua mi sento meglio. Cerchiamo una canzone da cantare tutti e ancora non ci siamo accordati , quando finalmente arriviamo. Giornata alla scoperta di una bellissima città ricca di arte e storia. La cattedrale di Notre Dame ed il museo affascinano i bambini, tutti in rigoroso silenzio. Sembrano quasi diversi da quelli che abbiamo mandato. Ma il pomeriggio la loro verve verrà fuori non appena è tempo di dedicarsi ai souvenir. Merletti, lenticche, Verven?? noooo. Magliette del Sainte Etienne da riportare a Marineo. Ma si sa, ognuno vive la sua parte di gemellaggio. Peccato sia già sera. I bambini sono in fermento perché ad aspettarli ci sono i loro ospiti e sanno che faranno ancora qualcosa con le famiglie. Alcuni di noi adulti ci ritroviamo a cena nello stesso ristorante.
E poi hanno il coraggio di lamentarsi che in sicilia li facciamo mangiare tanto. Qua tra aperitivi, cene e digestivi va via mezza nottata.
Mi risveglio al canto degli uccelli e con il verso degli animali della fattoria di cui sono ospite. Finalmente ho riposato e sono pronta per una nuova giornata.
La chiesa di sainte Sigolene la domenica mattina è piena di famiglie e piccoli “gemelli”. Ad accoglierci il coro di gospel chiamato per l’occasione dal Comitato di gemellaggio, che animerà la messa e coinvolgerà adulti e bambini, marinesi e non.
E ora alla volta del centro polivalente dove, dopo un sostanzioso aperitivo (scoprirò qua un nuovo significato della parola, e per meglio descriverlo con Giovanni e Biagio abbiamo dovuto sacrificarci ad assaggiare tutti gli stuzzichini e i dolci per poi rendervene conto), il pranzo, i discorsi e i ringraziamenti di rito, nonché la distribuzione alle famiglie del nostro cadou, ci siamo ritrovati con i bambini a far volare tanti palloncini su nel cielo.
Arriva la sera. Saluto gli amici sigolenesi grandi e piccini. Con i nostri ci diamo appuntamento a Marineo. Sarò la ad aspettarli.
E fu sera, e fu mattina e arrivò il giorno della ripartenza.
* Assessore alle Politiche sociali