Marineo, cronache di inciviltà: randagismo e violenze contro i cani
di Elisa Ribaudo
MARINEO. “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”, così diceva Gandhi. Ora vi chiedo: siamo noi marinesi un popolo civile? La risposta non è scontata.
Venerdì scorso è stata uccisa – ad opera di qualcuno di noi marinesi – la cagnetta più dolce mai esistita, Priscilla. Un animale docile che non faceva male a nessuno. Priscilla non chiedeva cibo: Priscilla chiedeva coccole, cercava disperatamente il nostro amore. E cosa ha ottenuto durante la sua vita? Dolore, maltrattamenti, assassinio. Per anni le hanno tirato le pietre addosso per puro svago, ho visto anche qualcuno che sterzava di proposito con l’automobile nel tentativo di investirla. Sempre per gioco. Che bravi che siamo, a giocare con la vita delle creature di Dio. Qualche mese prima di morire, Priscilla ha cominciato a zoppicare leggermente: evidentemente qualcuno è riuscito a sterzare bene. Complimenti al Michael Schumacher locale. Priscilla è stata ritrovata sotto una macchina, in un lago di schiuma che le era uscita dalla bocca. Sua madre fece la stessa fine. Delle persone malvagie, dal cuore marcio, non trovando altro modo per divertirsi, hanno mandato all'altro mondo il cane più dolce di tutti. Tutti avremmo dovuto imparare qualcosa da lei, dalla sua dolcezza, pazienza ed eleganza. Ho sentito una persona dire una frase molto azzeccata: “Priscilla non era un cane, era una cristiana”. Era proprio così. Eppure ce l’hanno portata via, in un lago di schiuma. Mai nessuno, cane o persona, sarà mai un esempio come lei.
Negli ultimi mesi il numero dei randagi è aumentato, ne ho visti almeno sette. Ma il problema non sono i randagi, perché in tutti i casi si tratta di animali innocui; alcuni addirittura talmente spaventati da ciò che hanno subito dall’uomo, che neanche osano avvicinarsi a noi. Mi riferisco a quei due cani che di recente sono stati abbandonati in coppia: un cane nero e uno rossiccio dalla coda corta (che in realtà è un cane di razza, niente meno che un Nova Scotia Duck Tolling Retriever). Il problema, dicevo, sono i tanti – tra di noi – che questi animali li abbandonano nelle nostre strade, e quei tanti che poi li prendono a calci e li maltrattano. Nerone, il cane nero che era il compagno di Priscilla, negli ultimi giorni ha abbandonato il boschetto per rifugiarsi nelle vie di fronte al convento. Evidentemente avrà subito un trauma. Ma non finisce qui: la gente del quartiere gli tira oggetti contundenti addosso, nel tentativo di provocargli la morte. L’ho visto coi miei occhi, evito di fare nomi e cognomi, ma vi basta chiedere in quel quartiere (alla gente per bene, però!) per scoprirne qualcosa. Ieri ho impiegato circa tre ore per farlo alzare. E stiamo parlando di un cane gioioso che mi saltava addosso ogni volta che mi vedeva. Quindi immaginate quanta tristezza ci sia adesso nel suo cuore. E immaginate anche se un cuore, le persone che gli provocano tanto dolore, ce l’abbiano. Mi ha fatto grande impressione, mentre io ero girata da un’altra parte, sentire Nerone guaire dal dolore a seguito dell’impatto con un oggetto lanciato da una signora (una di quelle che probabilmente vanno a messa ogni domenica), che era scesa dal secondo al primo piano per prendere meglio la mira – sul serio – e fare più male possibile ad una creatura che, invece, non ha mai fatto del male a nessuno. Colgo l’occasione per ringraziare la vigilessa che ieri è intervenuta immediatamente per mettere le cose in chiaro alla signora; una vigilessa gentilissima e con grande spirito di servizio. Scrivo questo articolo per incitare la nuova giunta a fare qualcosa per risolvere la situazione, dei randagi ma soprattutto delle persone. Stiamo parlando di persone che commettono degli illeciti penali, perché le leggi in materia esistono, e sono pure aspre. Eppure la gente se ne frega, perché sa che non verrà punita, malgrado l’esistenza di tali norme. Ieri sera, ad esempio, ho visto un ragazzo fare del male a quella cagnolina chiara con la coda attorcigliata (altro cane abbandonato negli ultimi mesi): lei era semplicemente in piedi ad osservare il mio cane, e questo ragazzo le è venuto da dietro per stringerle la pelle in un forte pizzicotto, talmente forte da farla guaire e scappare via. Il ragazzo, soddisfatto del buon esito della sua cattiveria, ha proseguito il suo cammino con un sorriso pieno d’orgoglio. Tutto ciò è avvenuto al piano, di fronte all’indifferenza totale della gente. È un problema di inciviltà, aggravato dal fatto che le leggi esistenti non vengono applicate. Ma perché? Perché siamo così cattivi? Che guadagno ne traiamo delle sofferenze altrui? A proposito, se il Comune non si attiverà con le autorità competenti per far sterilizzare quella cagnolina, avremo decine di randagi in più ogni anno. E la soluzione non è ucciderla, come l’assassino di Priscilla starà pensando in questo momento (a proposito, se mi leggi, sappi che spero verrai giudicato, se non dalla giustizia Italiana, almeno dal Signore per l’atto vile e malvagio che hai compiuto), ma sterilizzarla (specie in quanto una femmina tra i randagi), o meglio ancora trovarle un rifugio. È inutile che, voi Autorità, diciate di non poter fare nulla, perché vi basta fare una telefonata a chi si occupa di queste cose. I randagi sono proprietà del Comune in cui risiedono, quindi è un affare che vi riguarda in prima persona. È giunto il momento di assumersi le responsabilità che avete desiderato nel momento in cui vi siete candidati: eccole, sono qui. Come vi riguardano anche le persone spietate che abbandonano e maltrattano tali animali: non perché ve lo chiedo io, ma perché ci sono le leggi a stabilirlo. I Vigili purtroppo sono impossibilitati dal poter fare qualcosa, perché il Comune non ha più la convenzione con l’associazione di Bagheria che si occupa degli animali. Non avete soldi? Il modo di raccoglierli si può trovare tra la gente che gli animali non li maltratta per divertimento. Possiamo farlo, perché a Marineo – oltre a quelle tante persone incivili – ce ne sono tante altre che sono cristiani non solo in chiesa, ma nella vita di tutti i giorni. Organizziamo qualcosa che sia diverso dall’assassinio di una creatura. Possiamo farlo insieme. Sarà segno del nostro grado di civiltà, come direbbe Gandhi.