Il fururo della Tarsu in un proverbio siciliano: Si sparagni, sparagni pi Tia


Le novità sono due: la prima è che in questi giorni sta arrivando nelle nostre case e porta gli stessi sintomi dell’influenza (giramenti di testa, nausea, mal di pancia…); la seconda che dal prossimo anno cambierà nome e si chiamerà Tia. Cos’è la Tia? E’ la Tarsu (Tassa per i Rifiuti Solidi Urbani), detta in gergo Tam (Tassa della Munnizza), rateizzata Tam Tam, che cambia nome per diventare Tariffa di Igiene Ambientale.
Attualmente il cittadino paga la Tarsu al Comune, corrispondendo una cifra inferiore all’effettivo costo del servizio. Facendo una ipotesi (non tanto di fantasia) ciò significa che il Comune incassa circa 500 mila euro di Tarsu e scrive nel capitolo di spesa circa 1 milione di euro da pagare all’Ato (Ambito Territoriale Ottimale). Quindi il Comune incassa il 50% dai cittadini e si impegna a versare il 100% del costo reale al consorzio che raccoglie i rifiuti.

Ma oltre al nome, cambia anche la sostanza, che poi sono i soldi da pagare. Per ora si tratta di una “tassa patrimoniale”, cioè calcolata secondo la quadratura dell’immobile: tanti metri di casa, tanta Tarsu da pagare. Un sistema che penalizza le famiglie meno numerose e quelli che mangiano poco perché non hanno lavoro.
Con la Tia, il cittadino pagherà direttamente al gestore, nel nostro caso al Coinres (Consorzio Intercomunale Rifiuti, Energia, Servizi) l’effettiva quantità di rifiuti prodotti. In teoria il discorso fila: tanti chili di munnizza, tanti euro da sborsare. Ci saranno nuove assunzioni di ragionieri addetti al romano e alla stadera? Avremo più sacchetti ai bordi delle strade? Si farà una muzziata uguale per tutti, cioè un tot di euro a cranio? Questo lo vedremo.
Ma c’è un altro problema non indifferente: trattandosi di una tariffa, bisognerà pagare una cifra pari al 100% del costo del servizio al gestore: cioè 1 miliardo tondo tondo, senza che il Comune a possa rimetterci di tasca propria.
In teoria il cambio di nome da Tarsu a Tia comporterà un aumento della bolletta del 100%. Col tempo e con la buona educazione (ambientale) dovrebbero essere previsti anche sconti e agevolazioni per i cittadini che si impegnano nel fare la raccolta differenziata, come avviene in nei paesi d’Europa (ma noi dove siamo?).
Per evitare, quindi, che in futuro sulla tariffa pesino i costi aggiuntivi previsti dalla legge per il conferimento nella discarica gestita dall’Amia (Azienda Municipalizzata per l'Igiene Ambientale) è assolutamente necessario puntare sulla raccolta differenziata.
Il futuro della Tarsu è già nel cambio del nome: Si sparagni, sparagni pi Tia.