Incontro a Misilmeri su situazione giovanile ed adolescenziale


di Antonella Folgheretti
Diceva Cicerone: “Nomina sunt odiosa”. E con ciò sottolineava il fatto che, parlando di argomenti gravi, è inopportuno, spesso, dare colpe dirette. Ma nel caso della situazione giovanile ed adolescenziale a Misilmeri, mi dispiace dirlo da madre, le colpe sono chiare ed hanno una chiara fonte: la famiglia. I problemi che assillano la nostra comunità al di sotto dei vent’anni non sono fisiologiche crisi d’identità adolescenziale, ma frutto di un modello culturale di sviluppo e di integrazione dell'individuo nella società che vive una crisi epocale. Emerge dall’analisi di un sondaggio a cui hanno risposto in modo anonimo gli adolescenti di Misilmeri nell’ambito di un incontro-dibattito che si è svolto per iniziativa della Nexus Associazione Culturale col patrocinio dell’assessorato provinciale alle Politiche giovanili.
Gli organizzatori, dopo aver analizzato i risultati del sondaggio, cui hanno risposto in 96 su 120 (in 24 si sono rifiutati di fornire una risposta ai sedici quesiti, che riguardavano i rapporti familiari e sociali, la sfera sessuale, le abitudini di vita, la percezione della società), sono convinti che ad essere in crisi è il modello stesso di convivenza familiare. Un fatto che permette di vedere taluni comportamenti all’apparenza eccezionali e devianti come l’espressione estrema di un continuum che ad essi conduce. La cronaca misilmerese degli ultimi mesi ha riportato alcune notizie preoccupanti circa il mondo dell'adolescenza e dell'infanzia. La preoccupazione aumenta analizzando i dati, che non mostrano alcuna differenza fra maschi e femmine. Su 96, in 48 – fra i 12 e i 14 anni - affermano di avere assistito ad episodi di bullismo. In 14 ammettono di avere avuto rapporti sessuali, mentre 16 parlano di “rapporti non completi”. Bel 57 ammettono di avere visto fumare una “canna”. Il 53 per cento ha ammesso di aver fumato una sigaretta. Sessantanove su 96 preferiscono stare con gli amici piuttosto che con i genitori e se hanno un problema ne parlano con loro. In 17, invece, lo affrontano nel silenzio della solitudine. Il dato più inquietante, comunque, riguarda le abitudini legate all’uso di alcol. Cinquantacinque su 96, fra i 12 e i 14 anni, ammettono di avere bevuto alcolici: fra i più diffusi, birra, vodka, vino, Bacardi e Sambuca. Tutti sanno cos’è la mafia, in 24 pensano che non si possa combattere. L’85 per cento vorrebbe “cambiare tutto” nel proprio paese, il 100 per cento pensa che mancano per giovani e dei giovanissimi spazi ricreativi. E come dar loro torto? Però, non pare che i giovanissimi misilmeresi siano alla ricerca di valori umani autentici nella prospettiva della psicologia transpersonale. “Tutto è uno, tutto è diverso. Quante nature nella natura dell’uomo! Contraddizioni. L’uomo è naturalmente credulo, incredulo, timido, temerario. Descrizione dell’uomo: dipendenza, desiderio di indipendenza, bisogno. Condizione dell’uomo: incostanza, noia, inquietudine”, diceva Blaise Pascal. Alcuni dati ISTAT affermano che la famiglia media italiana è costituita da 2,8 persone, con una media di 3,3 nel sud. L'indice di natalità in Italia sembra essere tra i più bassi del mondo, superando in ciò tutti gli altri paesi industrializzati. E' sempre più frequente la famiglia costituita da un solo individuo, i cosiddetti "single", o da coppie senza figli. La prole è sempre più frequentemente limitata ad una sola unità. Un secondo o un terzo figlio diventa sempre meno frequente. Anche la componente genitoriale della famiglia spesso è ridotta ad un solo individuo per separazione, divorzio o decesso di uno dei genitori. A prescindere da aridi dati demografici, l'esperienza quotidiana fa rilevare come, sempre più spesso, i genitori siano in pratica assenti dalla vita affettiva e relazionale dei figli, spesso per motivi di lavoro o per il bisogno di realizzarsi, professionalmente e socialmente, fuori dell'ambito familiare. Le situazioni conflittuali all'interno delle famiglie sembrano moltiplicarsi e, sempre più frequentemente, sfociano in separazioni o divorzi. L’ostilità e le tensioni emotive presenti in ambito familiare, sempre più spesso sono proiettate sulla parte più indifesa, i figli, usati spesso in modo strumentale e ricattatorio. All'interno della famiglia i disturbi comunicativi risultano sempre più frequenti. Alla domanda “Di che cosa parlate con i genitori a tavola?”, il 60 per cento di quanti si sono sottoposti al sondaggio durante l’incontro-dibattito organizzato dall’associazione Nexus ha risposto “della scuola”, il 20 per cento “di niente”. Una scheda, addirittura, riportava significativamente: “di calcio”. E’, appunto, il nichilismo chiamato in causa da padre Antonio Todaro, che nel suo intervento ha citato lo scrittore Galimberti, autore dell’apprezzabilissimo libro “Ospite inquietante”. Ovvero, la negazione di ogni valore, l’esistenza senza uno scopo. La manifestazione di sabato all’oratorio Padre Puglisi, messo a disposizione da padre Giovanni Pipia, aveva il significativo titolo “Pianeta giovani: alla ricerca di una via…”: organizzata dall’associazione Nexus, vi hanno preso parte una ginecologa, Giovanna Marchese, una psicologa, Adriana Carlino, un’esperta nel contrasto alle dipendenze, Maria Perrone, il vicario episcopale padre Antonio Todaro, il presidente dell’associazione Parlamento per la Legalità, Nicola Mannino, il comandante della polizia municipale, Giuseppe La Barbera, la preside della locale scuola media, Rita La Tona, il vicepresidente della V Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, l’onorevole Gaspare Giudice, l’assessore alle Politiche giovanili della Provincia, Eusebio Dalì e il sindaco Salvatore Badami. Significativa la presenza fra gli alunni della scuola media Cosmo Guastella di un gruppo di genitori, che si sono interrogati con i propri figli sui fenomeni del disagio giovanile più diffusi e frequenti, come i comportamenti autolesivi, le tossicodipendenze, la violenza, individuale o di gruppo. In scena, a rappresentare il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, in una performance ispirata dal romanzo di Joseph Conrad, “Linea d’ombra”, Gaetano Loria, Rita Ribaudo, Davide Vicari, Pietro Orlando, Agnese Vicari, Nino Badami e Daniela Sileci. L’impressione finale dopo la manifestazione di sabato? Intanto, che la comunità adolescenziale e giovanile di Misilmeri non è pronta a parlare di sé, ad affrontarsi a viso aperto: preferisce nascondersi dietro il gruppo, o i nickname. Per il resto, come in “Dedalus” di Joyce, non è altro che silenzio, esilio da sé, avvilimento.