Padre Leo, benvenuto tra noi nella tua nuova famiglia di Marineo


di Nino Di Sclafani
MARINEO. E’ con immenso piacere, che a nome di tutta la Comunità ecclesiale, do il benvenuto a Padre Leo Pasqua quale nuovo Pastore della Parrocchia di SS. Ciro e Giorgio di Marineo. Ringrazio sua Eccellenza l’Arcivescovo per la significativa presenza tra noi, ringrazio le Autorità presenti e ringrazio il nutrito gruppo di presbiteri che ha voluto dare testimonianza di affetto al nuovo Parroco ed alla Chiesa Marinese.
Tra loro, riconosciamo tanti volti familiari, poiché come noto il paese di Marineo è stato da sempre un vivaio di Sante Vocazioni, grazie all’instancabile opera di coloro che hanno dedicato con passione e costanza tanto tempo ai giovani, alla catechesi ed alla loro crescita spirituale.
Nel lento e rassicurante scorrere del tempo, scandito da festività, ricorrenze e momenti forti dell’anno liturgico, gli ultimi due mesi sono stati forieri per la nostra comunità di tante novità che hanno inevitabilmente animato la discussione ed il confronto suscitando tante contrastate emozioni. Quali sono?

La tristezza scaturita dall’annuncio del trasferimento di Padre La Sala a cui ci legherà sempre un sincero affetto e un debito di riconoscenza per il mirabile ministero svolto negli ultimi dieci anni nella nostra comunità. Affetto attestato in occasione della Celebrazione di Saluto qui a Marineo il 20 settembre e reiterato Sabato scorso in occasione dell’insediamento presso la Chiesa di Sant’Atanasio a Ficarazzi, parrocchia che ha subito una calorosa occupazione di marinesi sancendo quasi un gemellaggio tra le due Comunità.
Un’altra emozione è stata, perché no, anche la curiosità, di conoscere il nuovo Parroco, di presentarsi a lui nelle scorse settimane, di incominciare a progettare, programmare gli appuntamenti che sono oramai imminenti, già da domani, ad esempio, partirà il nuovo anno catechistico.
Infine la Gioia di ritrovarsi qui stasera in una corale fraternità con la presenza del nostro Vescovo a dare il benvenuto ufficiale a Don Leo Pasqua quale nuovo pastore della Comunità.
La comunità ecclesiale che oggi è qui radunata è una comunità ricca di esperienze, di partecipazione, di coinvolgimento attivo nella vita della Chiesa. Sono quasi quaranta i gruppi, le associazioni, i movimenti e le confraternite presenti a Marineo. E sono più di 1000 i fratelli che partecipano alle attività di tutte le realtà ecclesiali presenti nella Comunità.
Seguendo il solco tracciato dal Concilio, ed in particolare della Lumen Gentium, possiamo affermare di avere preso molto sul serio il sacerdozio comune dei fedeli. Bisogna anche però registrare che siamo un popolo in cammino, con tutte le potenzialità ed anche i limiti che questo comporta. In particolare sussiste sempre il pericolo che presi da tutta la molteplicità delle nostre attività, dai riti, dalle liturgie, dalle ricorrenze, dalle festività, ci si possa sentire appagati, soddisfatti dall’esercizio di pie pratiche così da perdere di vista l’obbligo di testimonianza che il Vangelo ci impone in famiglia, sul luogo di lavoro, nella politica e nella società intera.
E’ evidente dunque che oltre alla ricchezza che scaturisce da questa varietà di carismi esista anche un problema di complessità nel coordinarne tutte le molteplici attività. Ed è questa sicuramente una delle sfide che padre Leo dovrà affrontare e a tal proposito non posso che offrire a nome del Consiglio Pastorale tutta la disponibilità a coadiuvare la sua missione.
Nel chiudere questo mio saluto di benvenuto volevo riferirmi ad una circostanza molto singolare che scaturisce dalla celebrazione Eucaristica odierna ed in particolare dal Vangelo proclamato poco fa.
E qui mi rivolgo personalmente a Padre Leo gli anni trascorsi del tuo ministero sacerdotale ti hanno visto ricoprire ruoli importanti e di responsabilità, hai avuto modo anche con tuoi scritti di portare chiarezza su argomenti spesso oggetto di false interpretazioni o strumentalizzazioni. Hai avuto modo di fare anche l’esperienza di vice Parroco in alcune comunità di Palermo.
Oggi, però, si realizza forse in pienezza quello che è il progetto di vita e il ministero di coloro che ricevono la chiamata sacerdotale: essere posti a servizio di una comunità parrocchiale divenendone punto di riferimento, sintesi di ogni aspirazione, guida paterna ed autorevole, perché si compia in quel popolo la volontà del Signore. E’ una scelta coraggiosa, animata da una chiamata all’amore totale, che realizza il progetto di Dio per ognuno dei suoi presbiteri.
La presenza tra noi dei tuoi familiari che con emozione e trepidazione sono qui convenuti rende tangibile un atto oblativo attraverso cui noi ti accogliamo, così come il Vangelo di Marco oggi evidenzia, quale padre, fratello e figlio.
“Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi”.
Nel caso nostro, come detto, troverai mille volte tanto.
Benvenuto quindi tra noi, nella tua nuova famiglia e Buon Lavoro.