La trovatura: da una femmina nascenti, 7 veglianti, 7 dormienti...
di Santo Lombino
Una volta c’erano sette fratelli, chiamati i Berritteddi russi, sette briganti che vivevano alla macchia tra la Bacarìa e Villafrati. Tra le altre cose, avevano rubato un sacco di monete d’oro splendenti.
Volevano nasconderle in un posto sicuro, al riparo da ladri e curiosi. Dopo aver fatto tante prove, andarono dietro un enorme masso alla timpa di Grassorelli, vicino a Bolognetta. Scavarono nottetempo un grande fosso e vi misero quel sacco pieno d’oro. Per non far capire che quel terreno era stato smosso, ammazzarono un giovane che stava andando in campagna, lo seppellirono lì e vi misero sopra una croce. Per avere la certezza assoluta che nessuno arrivasse al tesoro, fecero un incantesimo col sangue di un rospo. Mentre lo facevano, il capo dei Berretti rossi disse a voce alta:
- Questa truvatura la sbancherà chi sacrificherà sette maschi nati da una sola femmina.
Ma chi era questo padre di famiglia che uccideva sette figli? Nessuno poteva avere il coraggio di farlo, e il tesoro rimaneva sempre là, a disposizione dei briganti. Loro erano convinti che nessuno li ascoltasse, ma non fu così.
Dopo tanto tempo, ci fu il contadino Ciccu Peppi che aspettò che dalle uova di una stessa gallina nascessero sette galli. Li fece crescere, poi gli stirò il collo. La moglie Maranunzia, vedendo questa malaminnitta,
lo prese a male parole. Perché ammazzarli tutti, se non c’era bisogno di mangiarli tutti in una volta? Il marito le parlò deciso:
- O stai zitta, o ti prendo a nerbate. So io dove mi dorme la lepre… Guai a te se ne fai parola alle tue comari, altrimenti...
Così l’indomani, nel silenzio dell’alba, l’uomo senza avvertire nessuno si alzò, si vestì, prese i galletti e uscì per la campagna diretto a Grassorelli. La moglie aveva il sonno leggero: aveva sentito tutto facendo finta di dormire e andò appresso a Ciccu senza farsi vedere. Voleva capire i suoi progetti e rendersene conto di persona.
Cammina l’uno e cammina l’altro… Quando arrivò al ponte di Passo Grande, però, la donna al buio scivolò tra le pietre e il fango e senza volerlo gettò una voce. L’altro, sentendola gridare, tornò indietro e invece di prestarle aiuto, le diede una bella passata di legnate e la lasciò mezza viva e mezza morta. Anzi, no, non la lasciò: per evitare che lei lo seguisse ancora, la legò al tronco di un albero con la corda e la minacciò parlando a bassa voce:
- Se vuoi salvarti la pelle, statti dove sei e non muoverti. Al ritorno, passo io e ti sciolgo.
Arrivato al grande masso bianco di Grassorelli, Ciccu, guardandosi attorno, andò per lasciare i galletti e prendere la travatura nel posto dove i briganti l’avevano seppellita. Appena si avvicinò, sentì una voce terribile:
- Come ti chiami?
E lui subito:
- Ciccu Peppi!
- Come, siete venuti in due?
- Sono solo, mia moglie l’ho legata all’ulivo, vicino al ponte.
La voce era interessata ad altre cose:
- Li hai portati sette?
Al che, l’uomo rispose con la formula magica che avrebbe sbancato la truvatura:
- Da una femmina nascenti - sette veglianti - sette dormienti.
La voce ribatté con ammirazione:
– Tu sentisti - tu facesti - presto e lesto - riuscisti.
Uscirono allora i briganti dal nascondiglio, lo abbracciarono e diedero a Ciccu il loro berretto. Poi gli dissero:
- Vieni con noi, e sarai ricco!
E la povera moglie è ancora lì che aspetta il marito”.