Marineo festeggia San Giorgio, cavaliere del bene contro il male


di Franco Vitali
MARINEO. Venerdì 24 aprile due appuntamenti in occasione della festa di San Giorgio. Alle ore 19 santa Messa in chiesa Madre; alle 21 spettacolo a cura degli scout in piazza Sainte Sigolene.
San Giorgio Martire nacque in Cappadocia intorno al 270 d.C. da Geronzio, persiano, e dalla cappadoce Policronia i quali lo educarono cristianamente. Da adulto divenne tribuno, dapprima nell’esercito persiano e successivamente in quello dell’imperatore Diocleziano. Nel 303 col suo famoso editto, l’imperatore romano decise la persecuzione di tutti i cristiani: Giorgio allora abbandonò l’esercito, distribuì i suoi beni ai poveri, strappò pubblicamente l’editto ed affermò la sua fede in Cristo. Arrestato, rifiutò di abiurare la sua fede e per questo venne incarcerato, torturato ed infine decapitato. Era il 23 aprile dell’anno 303.
Il culto di San Giorgio iniziò subito, come dimostrano i resti archeologici della basilica eretta qualche anno dopo la sua morte a Lydda in Palestina (oggi Lod, nei pressi di Tel Aviv) e come risulta da numerose altre fonti. La storia del suo martirio, contenuta nella Passio Georgii, fu tradotta in tante lingue e si diffuse in tutto il mondo antico, protraendosi fino ai nostri giorni. Oggi, San Giorgio è Patrono di importantissimi stati, di città, di paesi. Ha dato il suo nome a nazioni, terre, Chiese, ordini cavallereschi, ordini religiosi. È protettore dei cavalieri, degli armaioli, dei soldati, degli scout, degli schermitori, degli arcieri e dei sellai. Viene invocato contro i terremoti, la peste, le eruzioni vulcaniche, la lebbra e le malattie della testa. La reliquia del suo cranio è custodita a Roma presso la chiesa di San Giorgio al Velabro.
San Giorgio simboleggia la lotta del bene contro il male e nell’immaginario collettivo della gente, è viva l’immagine del Santo che dall’alto del suo cavallo, affronta e sconfigge con le armi della cristianità il male, simboleggiato dal drago.
Secondo una leggenda, a Silene, città della Libia, la popolazione era terrorizzata da un drago che, uscendo da uno stagno, pretendeva, per essere placato, sacrifici, prima di pecore e poi di esseri umani, tirati a sorte. Un giorno la sorte toccò alla giovane figlia del Re, questi, per risparmiare la propria figlia, offri persino il suo regno, ma il popolo rifiutò. Mentre la figlia del re era condotta allo stagno per essere sacrificata, si trovò a passare San Giorgio che, attesa l’uscita del drago, intervenne e con la sua lancia lo uccise. Per ricompensa chiese ed ottenne dal popolo la conversione al cristianesimo. Questa leggenda, risalente al 1200, e tante altre che ad essa si aggiunsero, venne ripresa e divulgata nel mondo intero da trovatori medievali italiani ed inglesi ed entrò a far parte dei cicli epici, insieme alle leggende del ciclo bretone e carolingio. San Giorgio, così, si fissò in modo indelebile nell’immaginario collettivo come il simbolo della lotta del bene contro il male.
San Giorgio a Marineo
L’attuale Marineo risale al 1553, anno in cui la famiglia dei Beccadelli, nobili bolognesi arrivati a Palermo intorno al 1200 ed in città molto influenti, ottenuta da Carlo V la Licentia Populandi, iniziò la costruzione del Castello, della Chiesa di Santa Maria al Crocifisso e delle prime case del paese, ai piedi dell’attuale Convento. Il popolamento del paese avvenne dapprima con l’arrivo di gente proveniente da altre zone. Marineo allora contava circa 700 abitanti. Presto la piccola chiesa di Santa Maria divenne insufficiente per accogliere i fedeli.
I Beccadelli, allora, costruirono l’attuale Chiesa Madre, intitolandola a San Giorgio ed eleggendo di fatto il Santo Martire a patrono del paese.
San Giorgio fù così venerato come patrono e come santo intercessore dai primissimi abitanti del paese. Per più di un secolo i marinesi affidarono le loro preghiere al loro protettore e si identificarono in lui, nel suo impersonare la lotta del bene contro il male.
Il paese intanto si era ingrandito, erano sorti i nuovi quartieri di Sant’Anna, Sant’Antonino, Cozzo e San Michele e la comunità marinese era divenuta sempre più consistente. A distanza di cento anni dalla fondazione, Marineo contava circa 2400 anime.
Nel 1665, il 20 Agosto, per iniziativa dei Beccadelli, giungeva a Marineo la reliquia del Santo Martire San Ciro di Alessandria, martirizzato anche lui nel 303, lo stesso anno di San Giorgio.
Anche San Ciro diveniva patrono di Marineo ed affiancava San Giorgio in quel ruolo importante che svolgono i santi protettori per una comunità cristiana. E cioè porsi come rimedio all’ansia ed al bisogno di certezze, restituire fiducia ed offrire prospettive di salvezza, contribuire al formarsi di una forte ed autentica identità collettiva.
Oggi, la figura di San Giorgio e la sua fortissima valenza simbolica sono più che mai attuali.
La lotta del bene contro il male dilagante necessita, specie tra i giovani, modelli che ispirino atteggiamenti determinati e ricchi di valori cristiani.
Ci chiediamo oggi: quanto la figura del nostro Patrono San Giorgio sia attuale, indispensabile, imitabile? Chi è oggi il “Drago”?
Quali le armi in nostro possesso per sconfiggerlo?