Ho fatto un sogno: l’arrivo di un libro, la partenza di una mostra


di Onofrio Sanicola
MARINEO. Nel momento in cui "scorre sangue" per "l’affare boschetto", sembra passino sotto silenzio due eventi di straordinaria importanza: l’arrivo di un libro e la partenza di una mostra.
Ma andiamo in ordine. Questa mattina finalmente è arrivato. Vado da Silvio e Silvana e acquisto quello che da giorni aspettavo con grande interesse. Sì avevo visitato il sito, ma non mi aveva prodotto le stesse emozioni. Il solito linguaggio giovanile ancora non maturo, espressioni goliardiche e cose del genere. Il passaggio da dilettante a professionista sta proprio là. Come ti presenti e ti proponi. Faccio parte della generazione del Tex Willer, di Pecos Bill, l’uomo mascherato, e mille altri personaggi. Disegni chiari scolastici, nuvolette concise e precise, paesaggi reali, sceneggiature alla Amedeo Nazzari e Alida Valli. Trovarmi fra le mani un oggetto extraterrestre sul momento mi ha frastornato per poi lentamente conquistarmi. L’autore non era più quello arrogante e arrivato del sito. Ma un perfetto professionista dentro un oggetto specialistico. Ughy Angel mi ha fatto lo stesso effetto di Guerre stellari. Una cosa innovativa. Un prodotto editoriale di pregio. Risvolti precisi con invito alla lettura e dati dell’autore. Opera prima. Ero commosso.
Un autore di vent’anni alla sua opera prima editata e non stampata in proprio. Ringraziamenti, studi di fattibilità, dediche e cosi via. Due scene mi hanno colpito. La prima il bar (?) di guerre stellari. Il locale dove umani umanoidi aneroidi, specie umane diverse discorrevano in un locale pubblico senza distinzioni. L’altra era l’abbigliamento minuscolo del personaggio. Corpetti minuscoli che finivano in arti fantasiosi. Poi il castello gotico. E qui mi fermo perché per me è una lettura faticosa essendo allevato alla maniera di Tex Willer. Ora questo “artista non per caso” deve cogliere il suo attimo e consolidare questa sua irrompente professionalità. Già fa parte di un team prestigioso e passare subito ad una maturità professionale che ha a portata di mano. Spero che qui nel suo paese abbia un’ottima risposta. Che il suo lavoro entri nelle nostre case, acquistandone una copia e non nascondiamoci dietro la solita tirchieria o indifferenza. Non è sufficiente la manata sulla spalla, ma un concreto sostegno. Qui non ce nessuna offerta da fare. Ma la consapevolezza di partecipare ad una esperienza che vorremmo facessero tutti i nostri figli.
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Prima di partire vengono a salutarmi. Il solito in bocca al lupo e frasi convenevoli. Chiedo se tutto va bene e mi rispondono con un brontolio. Mi allarmo. E subito una fila di insicurezze, di lamenti e di commenti. Ma non avete vinto il bando dell’Unione dei comuni, chiedo? Lasci perdere. Documenti a non finire, causali incomprensibili, e alla fine hanno vinto quelli che dovevano. Li rimprovero dicendo che queste frasi le dobbiamo lasciare a… Ma quei soldi ci facevano comodo. Una mostra a New York, capisce cosa significa? I due cugini sono nervosi. Facciamo un paio di telefonate a N.Y., chiamo una mia amica gallerista, cerco di dare una mano. Mi lasciano almeno con un sorriso.
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Il mio paese è pieno di fumettisti famosi, di pittori eccellenti. Quelli che conosco sono professionisti seri. La nostra Amministrazione li aiuta, li sostiene. Se esce un nuovo volume vengono ricevuti in Comune. Il Parroco organizza serate sotto le stelle sul sagrato della chiesa, organizza happy hour perché i luoghi dove comunicare con noi sono insufficienti. Gli assessori: quello ai trasporti collabora per trovare un mezzo economico per trasferire le opere oltreoceano; quello di collegamento fra le comunità divise dall’oceano che abbiano una accoglienza adeguata; quello alla cultura non smette di dare suggerimenti e consigli. Il Sindaco sembra più di un padre: chiede come si chiamano e che lavoro facciano; insomma, vuol sapere tutto. E’ bello vivere nel mio paese. Ai martedì sotto le stelle (non quelle a stelle e striscie) vengono menzionati. Il Parroco li benedice mentre tutti scattano in piedi. Sì il mio paese è la madre di tutte le culture.
Un boato terribile mi scuote. Apro gli occhi e mi trovo per terra. Mia moglie mi si avvicina e mi chiede con occhi dolcissimi: amore hai fatto ancora un brutto sogno?