
di Onofrio Sanicola
MARINEO. Presento questo lavoro con l’umiltà di chi sa che affrontare certi temi, di solito riservati agli studiosi della materia, è impresa ardua.
Ancora oggi le contrapposizioni sono terribili. Cristiani e musulmani ancora oggi sono molto lontani da un certo “ecumenismo” sia sociale che religioso. Già “tolleranza” è un termine quasi militare. Facciamo fatica ad accettare e sostituirla con uguaglianza.
Proprio in questi giorni l’aver preso con allegria certi momenti di vita religiosa e sociale mi hanno scatenato addosso sentenze e imputazioni che certamente non sono frutto di insegnamenti ispirati alla accettazione reciproca. Come se ci fosse un vallo.
Ho riprovato questa emozione pensando ad Argante e Tancredi della "Liberata" e a tanti altri personaggi.
Io non credo che noi possiamo ritenerci soddisfatti dei soli concerti moderni della nostra assidua presenza dei nostri giovani nei pub, nella dissacrazione continua di quasi tutti i nostri valori. Credo che ci debba essere spazio per altro, e questo altro a cui noi ci sentiamo di appartenere, è quella creatività cosi abbondante nella nostra terra che si traduce in tantissime manifestazioni cui eccelliamo.
Che sia pittura, teatro, cinema, poesia, sport, manualità, musica e cosi via.
Ora dobbiamo tutti imparare a sostenere l’altro e non a sminuirlo. L’altro ha dato il massimo di se e delle sue capacità. Non abbiamo il diritto di bollare il prossimo perché va a concerti pop o passa la notte nei pub, se poi noi non frequentiamo i luoghi della cultura e a cui noi vorremmo andassero i nostri figli.
Ai primi tre che hanno letto “La Gerusalemme liberata” in versi un posto d’onore in teatro e un dono.