Teatro dei Pupi, a Marineo va in scena "La Gerusalemme liberata"


di Onofrio Sanicola
MARINEO. Presento questo lavoro con l’umiltà di chi sa che affrontare certi temi, di solito riservati agli studiosi della materia, è impresa ardua.
Non so quanti hanno letto “La Gerusalemme liberata” del maestro Torquato Tasso. Oserei proporre una scommessa. Questi poemi o li ami o li ignori. Canti in versi vuoi scorrevoli, vuoi impossibili. Ma il tema è appassionante. Qui da noi, dove tutti hanno una decina di medagliette appese e ben esposte nel petto, non si fermano molto a percorrere il tema, liquidandolo vuoi come “crociati occupazionisti e violenti”, vuoi come “infangatori della nostra religione”. Sono partiti con lo scopo di “riprendersi” il Santo Sepolcro e lungo la strada sono successe cose terribili. Noi proponiamo un momento di riflessione, quasi una analisi, di un periodo prima da “Crucesignati” poi da “crociati” e infine “disagiati”.
Ancora oggi le contrapposizioni sono terribili. Cristiani e musulmani ancora oggi sono molto lontani da un certo “ecumenismo” sia sociale che religioso. Già “tolleranza” è un termine quasi militare. Facciamo fatica ad accettare e sostituirla con uguaglianza.
Proprio in questi giorni l’aver preso con allegria certi momenti di vita religiosa e sociale mi hanno scatenato addosso sentenze e imputazioni che certamente non sono frutto di insegnamenti ispirati alla accettazione reciproca. Come se ci fosse un vallo.
Ho riprovato questa emozione pensando ad Argante e Tancredi della "Liberata" e a tanti altri personaggi.
Io non credo che noi possiamo ritenerci soddisfatti dei soli concerti moderni della nostra assidua presenza dei nostri giovani nei pub, nella dissacrazione continua di quasi tutti i nostri valori. Credo che ci debba essere spazio per altro, e questo altro a cui noi ci sentiamo di appartenere, è quella creatività cosi abbondante nella nostra terra che si traduce in tantissime manifestazioni cui eccelliamo.
Che sia pittura, teatro, cinema, poesia, sport, manualità, musica e cosi via.
Ora dobbiamo tutti imparare a sostenere l’altro e non a sminuirlo. L’altro ha dato il massimo di se e delle sue capacità. Non abbiamo il diritto di bollare il prossimo perché va a concerti pop o passa la notte nei pub, se poi noi non frequentiamo i luoghi della cultura e a cui noi vorremmo andassero i nostri figli.
Ai primi tre che hanno letto “La Gerusalemme liberata” in versi un posto d’onore in teatro e un dono.