di Francesca Di Marco
Dove: Ristorate-museo “La Roccabianca”.
Con chi: Ragazzi del Battello Ebbro.
Quando: 19 dicembre 2008.
Sì ma a chi ura?
Beh, e qui casca l’asino... perché come si sa la puntualità è per i marinesi un optional. E me ne lamento? No, signori, me ne guarderei bene! Io sono una ritardataria congenita e me ne vanto pure con il mio professore di pedagogia all’università che, quando entro in aula, sbarra gli occhi come per dire:
– Signorì, ma sempri lei è?
La mia facciazza di muro mi porta con noscialans (scusate, non so scriverlo, non so tutto... e chi sugnu tuttologa?) a dirgli:
– Mi scusi, non è colpa mia! E’ che sono ritardataria nel Dna!
Cosa volete che risponda un povero docente universitario? Sorride e continua a spiegare (per quel che può, visto che seguono in ordine: volo del mio quaderno a terra; prendo il quaderno e vola la penna; prendo la penna e cade il libro, il tutto con grande partecipazione dei miei colleghi che si prodigano per aiutarmi a fare meno fracasso, ovviamente fra le risa generali).
– Scusi, sono anche dannusa nel Dna!!
Ma ritorniamo alla nostra cena: dicevamo… ecco, sì: a che ora?
Ore 20.30.
20.30? Mi devo ancora truccare e passare la piastra, posso avere più tempo? Certo, 21.00 va bene?? Ce la dovrei fare!!
Tutti ai posti di combattimento: gli invitati sono centoventitrè!
Dove: Ristorate-museo “La Roccabianca”.
Con chi: Ragazzi del Battello Ebbro.
Quando: 19 dicembre 2008.
Sì ma a chi ura?
Beh, e qui casca l’asino... perché come si sa la puntualità è per i marinesi un optional. E me ne lamento? No, signori, me ne guarderei bene! Io sono una ritardataria congenita e me ne vanto pure con il mio professore di pedagogia all’università che, quando entro in aula, sbarra gli occhi come per dire:
– Signorì, ma sempri lei è?
La mia facciazza di muro mi porta con noscialans (scusate, non so scriverlo, non so tutto... e chi sugnu tuttologa?) a dirgli:
– Mi scusi, non è colpa mia! E’ che sono ritardataria nel Dna!
Cosa volete che risponda un povero docente universitario? Sorride e continua a spiegare (per quel che può, visto che seguono in ordine: volo del mio quaderno a terra; prendo il quaderno e vola la penna; prendo la penna e cade il libro, il tutto con grande partecipazione dei miei colleghi che si prodigano per aiutarmi a fare meno fracasso, ovviamente fra le risa generali).
– Scusi, sono anche dannusa nel Dna!!
Ma ritorniamo alla nostra cena: dicevamo… ecco, sì: a che ora?
Ore 20.30.
20.30? Mi devo ancora truccare e passare la piastra, posso avere più tempo? Certo, 21.00 va bene?? Ce la dovrei fare!!
Tutti ai posti di combattimento: gli invitati sono centoventitrè!
Ad accogliere i commensali uno smagliante Igor Calderone, col suo quasi fresco occhio nero (ma cu ti lu fici? Ho sbattuto su una barra di ferro!! Si, certo, ci crediamo!?). A consegnare gli smile due solarissime: Enza Pecoraro e Serena Ribisi; ad assegnare i tavoli una prorompente Veronica Abbruscato che, accogliendo i signori, dice ogni tanto:
– Bevenuti al Villeroi (bedda! Vidi ca semu a Roccabianca!! Deformazione professionale fu!!).
I vip ci sono tutti: sindaco Franco Ribaudo e signora, professore Nino Oliveri (presidente dell’associazione Carlo Lwanga) con consiglieri al seguito; il signor Giuseppe Cangialosi (presidente della Pro-loco di Marineo); le rappresentanze degli scout, della banda, della fondazione e di se stessi.
Grandi assenti della serata il rappresentante di piazzamarineo Nuccio Benanti (vorremmo tutti sapere chi chiffari forti avii) [ndr. Ivi a nesciri l'ogghiu]; Cirus Rinaldi (reduce dall’inaugurazione del Centro Giovanile Marinese); e padre Salvatore La Sala (ma si misi a dieta?).
Intanto, dietro le quinte, le ultimissime prove:
– No, un vi siddiati, io questo sketch non lo posso fare se sono all’amplificazione!
Teccà mancia... e cu lu fa ora?
Sguardi assassini si posano sulla sottoscritta:
– Che fa, lo fai tu?
– Ma ceeerto, proviamolo, perfetto, bedda matri chi sugnu brava (seee, poi vi lu cuntu comu finì ssu sketch!)
Ore 21.20.
Arrivaru tutti? No? Possiamo iniziare lo stesso? Non se ne parla proprio, si nun semu tutti nun si mancia. Non si dica che la gente paga per rimanere digiuna: per carità, in quantu a panza il marinese è preciso e va rispettato. Anche di questo non mi lamento ed evito di raccontarvi la mia cena di ieri sera con un piatto di pasta (ca eranu dui, osserva acutamente me soru!) con gamberetti e panna, seguito da panino con salmone e limone, e sbafamento finale di vucciddata gentilmente offerti e portati posto-casa da Rosamaria Lupo (e chi resiste ai suoi dolci??); il tutto svolto davanti ad un dolorante papà colto da stomatite acuta:
– Peccato che non tu non possa assaggiare, sono buoni (sì, la sensibilità è tutto nella vita!!).
Ore 21.30.
Ci siamo: la sala è pronta, i microfoni funzionano (certo a fondo sala non si sente granché, ma l’amplificazione è fai-da-te: chissu avemu e chissu nni tinemu!!). I ragazzi hanno tutti cappello da Babbo Natale, maglietta Battello e spilla-smile bene in mostra: sigla!
– Signore e signori buonasera. Il Battello Ebbro vi augura un caloroso benvenuto e buon divertimento (e gran pistìu). Ma, chiamiamo al microfono il professore Oliveri che ci racconterà della missione in Tanzania e il signor Cangialosi che farà un appello per la pro-loco (signori è inutile ca taliati lu roggiu e diciti ca c’è pitittu. Vinistivu tardu? Peggiu pi vuatri. Attintamu e facemu silenzio).
Segue la proiezione di un filmato relativo alla missione in Tanzania, il cui audio era letteralmente coperto dal rumore di “vudedda chi currianu” (per usare un’espressione alla Maria Cira Di Salvo). Arrivano gli antipasti: yuppyy, finalmente si mangia: direi, visto che sono le 21.45!
Seguono tutti gli sketch, tra risa, applausi, sbattimanu ed espressioni perplesse ogni tanto.
Ah, scusate sì, il mio skecth… nenti, finì ca fici cunfunniri la mia partner di scena e il pubblico arristà a bucca aperta (ovviamente non per la performance perfetta!): se vi mancano attori, chiamatemi arrè ca vi fazzu fari un fiuruni!
Grande ilarità e successo ha riscosso il “Parlamento” di Piraino, con un “carissimu e purcarissimu presidenti” Alessio Migliorino e, dulcis in fundo, la tombolata.
Le cartelle le abbiamo distribuite? I premi li abbiamo divisi sul tavolo? Siamo pronti? Sì? E cu la fa?
– Ci penso io!
Il nostro showman-occhionerodabarradiferro-sevabèmacuticridi! impugna il microfono e inzia con un pubblico in sala, con panza ormai china, entusiasta più che mai: bravo, bravo! Ma cu è? Di cu è figghiu? Marinisi è? Ih chi cci va bonu… e via dicendo.
Alla tombola, come tutti i giochi in genere, ci vuole un certo “fattore-c”, lo sappiamo. Ma è possibile ca na picciridduzza fici ambo, terna, quaterna, cinchina e tombola?
– Perché ce ne siamo andati a Lourdes di recente! (confessano i genitori).
E ditelo prima!! Ca nuatri contro Nostra Signora neca ni cci putemu mettiri! Infatti, ad un certo punto, una rassegnata signora Migliorino (madre della nostra talentuosa attrice Annamaria) candidamente esclama:
– Picciò, ma mi la dastivu scaduta sta cartella!
La stessa cosa non si può dire per Agata che, in quanto a fattore-c, puru idda nun babbiava (ma chi vuliti, criscì a lu colleggiu e cu Nostra Signora, puru idda, cciavi cunfidenza assai!).
Consumati cena, sketch, tombola e regali (e cunsumati puru chiddi ca nun vinceru nenti), ci siamo scambiati i più sinceri auguri e ci siamo dati un arrivederci alla prossima…
Il Battello continua a veleggiare!!
P.S.:
Mi scuso se mi sono fatta prendere un tantino la mano, ma è spassusa ssa cosa di scriviri…
– Bevenuti al Villeroi (bedda! Vidi ca semu a Roccabianca!! Deformazione professionale fu!!).
I vip ci sono tutti: sindaco Franco Ribaudo e signora, professore Nino Oliveri (presidente dell’associazione Carlo Lwanga) con consiglieri al seguito; il signor Giuseppe Cangialosi (presidente della Pro-loco di Marineo); le rappresentanze degli scout, della banda, della fondazione e di se stessi.
Grandi assenti della serata il rappresentante di piazzamarineo Nuccio Benanti (vorremmo tutti sapere chi chiffari forti avii) [ndr. Ivi a nesciri l'ogghiu]; Cirus Rinaldi (reduce dall’inaugurazione del Centro Giovanile Marinese); e padre Salvatore La Sala (ma si misi a dieta?).
Intanto, dietro le quinte, le ultimissime prove:
– No, un vi siddiati, io questo sketch non lo posso fare se sono all’amplificazione!
Teccà mancia... e cu lu fa ora?
Sguardi assassini si posano sulla sottoscritta:
– Che fa, lo fai tu?
– Ma ceeerto, proviamolo, perfetto, bedda matri chi sugnu brava (seee, poi vi lu cuntu comu finì ssu sketch!)
Ore 21.20.
Arrivaru tutti? No? Possiamo iniziare lo stesso? Non se ne parla proprio, si nun semu tutti nun si mancia. Non si dica che la gente paga per rimanere digiuna: per carità, in quantu a panza il marinese è preciso e va rispettato. Anche di questo non mi lamento ed evito di raccontarvi la mia cena di ieri sera con un piatto di pasta (ca eranu dui, osserva acutamente me soru!) con gamberetti e panna, seguito da panino con salmone e limone, e sbafamento finale di vucciddata gentilmente offerti e portati posto-casa da Rosamaria Lupo (e chi resiste ai suoi dolci??); il tutto svolto davanti ad un dolorante papà colto da stomatite acuta:
– Peccato che non tu non possa assaggiare, sono buoni (sì, la sensibilità è tutto nella vita!!).
Ore 21.30.
Ci siamo: la sala è pronta, i microfoni funzionano (certo a fondo sala non si sente granché, ma l’amplificazione è fai-da-te: chissu avemu e chissu nni tinemu!!). I ragazzi hanno tutti cappello da Babbo Natale, maglietta Battello e spilla-smile bene in mostra: sigla!
– Signore e signori buonasera. Il Battello Ebbro vi augura un caloroso benvenuto e buon divertimento (e gran pistìu). Ma, chiamiamo al microfono il professore Oliveri che ci racconterà della missione in Tanzania e il signor Cangialosi che farà un appello per la pro-loco (signori è inutile ca taliati lu roggiu e diciti ca c’è pitittu. Vinistivu tardu? Peggiu pi vuatri. Attintamu e facemu silenzio).
Segue la proiezione di un filmato relativo alla missione in Tanzania, il cui audio era letteralmente coperto dal rumore di “vudedda chi currianu” (per usare un’espressione alla Maria Cira Di Salvo). Arrivano gli antipasti: yuppyy, finalmente si mangia: direi, visto che sono le 21.45!
Seguono tutti gli sketch, tra risa, applausi, sbattimanu ed espressioni perplesse ogni tanto.
Ah, scusate sì, il mio skecth… nenti, finì ca fici cunfunniri la mia partner di scena e il pubblico arristà a bucca aperta (ovviamente non per la performance perfetta!): se vi mancano attori, chiamatemi arrè ca vi fazzu fari un fiuruni!
Grande ilarità e successo ha riscosso il “Parlamento” di Piraino, con un “carissimu e purcarissimu presidenti” Alessio Migliorino e, dulcis in fundo, la tombolata.
Le cartelle le abbiamo distribuite? I premi li abbiamo divisi sul tavolo? Siamo pronti? Sì? E cu la fa?
– Ci penso io!
Il nostro showman-occhionerodabarradiferro-sevabèmacuticridi! impugna il microfono e inzia con un pubblico in sala, con panza ormai china, entusiasta più che mai: bravo, bravo! Ma cu è? Di cu è figghiu? Marinisi è? Ih chi cci va bonu… e via dicendo.
Alla tombola, come tutti i giochi in genere, ci vuole un certo “fattore-c”, lo sappiamo. Ma è possibile ca na picciridduzza fici ambo, terna, quaterna, cinchina e tombola?
– Perché ce ne siamo andati a Lourdes di recente! (confessano i genitori).
E ditelo prima!! Ca nuatri contro Nostra Signora neca ni cci putemu mettiri! Infatti, ad un certo punto, una rassegnata signora Migliorino (madre della nostra talentuosa attrice Annamaria) candidamente esclama:
– Picciò, ma mi la dastivu scaduta sta cartella!
La stessa cosa non si può dire per Agata che, in quanto a fattore-c, puru idda nun babbiava (ma chi vuliti, criscì a lu colleggiu e cu Nostra Signora, puru idda, cciavi cunfidenza assai!).
Consumati cena, sketch, tombola e regali (e cunsumati puru chiddi ca nun vinceru nenti), ci siamo scambiati i più sinceri auguri e ci siamo dati un arrivederci alla prossima…
Il Battello continua a veleggiare!!
P.S.:
Mi scuso se mi sono fatta prendere un tantino la mano, ma è spassusa ssa cosa di scriviri…