Riflessioni sul Sindacolocomotiva, tra opere pubbliche e santi alla Regione


di Nino Di Sclafani
MARIEO. Ho letto con molta attenzione i post precedenti e i commenti in essi presenti, quasi sempre opera (sigh!) di anonimi lettori.
Premessa: tempo fa proprio dalle pagine di questo blog avevo definito affettuosamente il sindaco Ribaudo “sferragliante locomotiva” proprio per le sue peculiarità di macinare tutto e tutti attorno a sé e continuare per la sua strada. Se in quella circostanza la metafora aveva il senso di lanciare un invito alla riflessione oggi emerge anche l’aspetto positivo di questo status: prima o poi ogni locomotiva giunge ad una stazione, una tappa del lungo percorso, che di fatto premia la fatica di tanti chilometri percorsi su accidentate contrade. Essendo, tra l’altro, chiamato in causa come consigliere, da Nuccio, e come elettore di Giovanni Greco, da un anonimo ed informato blogger, ho deciso di dire la mia. Togliamoci subito il pensiero in merito all’elezione di Giovanni Greco. Quando, in campagna elettorale, egli mi confidò di avere buone possibilità di raggiungere l’obiettivo di approdare al parlamento siciliano gli assicurai il mio sostegno e mantenni questo impegno pur militando in partito politico “avverso” al PDL. Lo stesso accadde per Piero Barbaccia. Ritenevo, e continuo a ritenere, che la presenza di marinesi ai vertici delle istituzioni rappresenti un valore aggiunto in ogni caso. Subito dopo la vittoria elettorale di Ribaudo, però, sopraggiunse la delusione.
Infatti, forse ingenuamente, credevo e credo ancora, che finiti i comizi bisognava sedersi ad un tavolo e organizzare, ognuno per le proprie competenze, ed al di là delle singole appartenenze politiche, la rinascita marinese. Così non è stato e le responsabilità di questa mancata progettazione comune non risiedono affatto solo da un lato. Purtroppo continua a dominare nel panorama locale un odio sfrenato che spinge ognuno a vedere nel competitore politico un nemico da abbattere e non una possibilità da sfruttare per il bene comune.
Che ruolo abbia avuto l’onorevole Greco nei tanti progetti che si stanno oggi realizzando non mi è dato sapere. Posso solo azzardare un ipotesi: nel perseguire un obiettivo è importante trovare persone che ti aiutino e ti sostengano per superare gli ostacoli. Se durante il cammino, però, di ostacoli non ne trovi…
Andiamo adesso ai progetti finalmente finanziati. Ho cercato di districarmi nei meandri delle procedure burocratiche per comprendere quale fosse l’iter di un’opera pubblica che si porta a compimento. Anche se semplicisticamente penso di potere sintetizzare di seguito la genesi di queste opere:
1 – IDEA: Un politico di turno si alza una mattina e mentre fa la doccia viene fulminato da un’idea: “E’ essenziale per il mio paese che si realizza quest’opera” E’ evidente, comunque, che il più delle volte questa fase sia frutto di un programma elettorale o dello stimolo della cittadinanza.
2 – PROGETTAZIONE PRELIMINARE: Giunto alla casa comunale il politico chiama il funzionario al ramo e gli comunica il suo intendimento, pregandolo di eseguire un esame preliminare. Si tratta di un paio di paginette in cui il tecnico esprime un parere sulla fattibilità dell’opera in ossequio alle norme vigenti o agli strumenti urbanistici del comune.
3 – INSERIMENTO NEL PIANO TRIENNALE OPERE PUBBLICHE: Il progetto viene inserito dall’Amministrazione nel piano triennale delle opere pubbliche argomentandone l’utilità e sottoposto al voto del Consiglio Comunale;
4 – PROGETTAZIONE ESECUTIVA: Il politico riconvoca il funzionario al ramo e dà l’incarico di redigere la progettazione esecutiva che porterà alla canteriabilità del progetto stesso. Si tratta, stavolta, di una fase molto più impegnativa che richiede tempo, acquisizione di pareri e perizie, richiesta di permessi e esame di conformità rispetto alle leggi esistenti.
5 – FINANZIAMENTO DEL PROGETTO: Come si comprenderà è questa la fase più difficile, lunga e snervante di tutto il percorso. Bisogna materialmente trovare soldi per realizzare l’opera. E’ lampante che il buon esito di questo progetto non può che richiede la convinzione dei riferimenti politici sovracomunali nella bontà dell’opera che si va a realizzare.
6 – GARA ED AFFIDAMENTO: Trovati i soldi bisogna espletare la gara di appalto ed affidare i lavori, anche in questo caso spesso ci si ritrova a misurarsi con impedimenti vari derivanti dai ricorsi delle imprese escluse che causano spesso lo slittamento dei lavori di mesi o, addirittura, anni.
7 – INAUGURAZIONE E FRUIZIONE: Finalmente l’opera è realizzata ed è offerta alla pubblica fruizione.
Quando si scrive che alcune di questi progetti non sono opera dell’attuale amministrazione si dice il vero. Non ci si sofferma però a riferire a che punto di questo accidentato percorso Ribaudo abbia ereditato i lavori. Vi posso assicurare che la TOTALITA’ di queste opere erano ferme alla fase 2 o 3 del percorso da anni, addirittura da 10 o 15 anni per alcune. Fanno eccezione la ristrutturazione della scuola elementare che era alla fase 4 e la ristrutturazione dell’ala dell’orologio del castello che aveva perso il finanziamento (fase 5) per l’impossibilità di affidare i lavori e per la quale si è dovuti ripartire alla ricerca dei soldi.
Non essendo un tecnico è evidente che l’analisi sopra esposta non scende nell’ambito particolareggiato, vuole solo dare un’idea precisa di come stanno le cose.
Come pure bisogna accettare che i tempi di realizzazione non saranno immediati. C’è però molto ottimismo che pian piano si giunga al compimento di tutti questi sforzi e, magari, nel frattempo, si aggiungano altri progetti che sono in cantiere e che, speriamo, cambieranno il volto del nostro paese migliorandone la vivibilità.
A chi si ostina a continuare nell’ opera di aggressione e denigrazione del lavoro svolto voglio porgere un invito: ritengo che sia molto più produttivo per loro, anche nel rispetto delle divergenze politiche, di sapere discernere tra la bieca opposizione e la fattiva collaborazione per il bene di tutta la comunità, che in tempi di crisi necessita di una nuova stagione di distensione e dialogo affinché, alla fine, tutto ciò che si sarà realizzato di buono non sia solo merito di una parte politica ma dell’intera classe dirigente marinese affinchè, per tornare alla metafora con cui ho iniziato, alla prossima stazione questo convoglio sia più ricco di vagoni pieni di esperienza, capacità e buona volontà, sempre per il bene di tutta la cittadinanza.