di Franco Vitali
MARINEO. A distanza di una settimana dalla visita di Benedetto XVI a Palermo, è ancora molto viva presso la comunità cristiana marinese l’eco della sua presenza, risuonano vive le sue parole, stanno divenendo oggetto di pastorale le sue indicazioni per una coerente vita cristiana.
Ieri sera – venerdì 15 – padre Leoluca Pasqua ha riunito la comunità parrocchiale marinese alla Matrice proprio per fissare sensazioni ed emozioni ancora cavudi cavudi, per raccogliere le testimonianze di quanti avevano partecipato all’evento e trasferirle a chi non aveva avuto la possibilità di assistervi, per trarre indicazioni importanti dai tanti messaggi “lasciati” dal Santo Padre ed utilizzarli nello svolgimento della pastorale locale.
Atmosfera frizzante, animazione, giovani in fermento pronti ad animare la serata con canti e con i mimi, foltissima la partecipazione –la chesa era veru china -, fermento ed aria di serena allegria: ciascuno dei presenti è ansioso di conoscere e condividere le esperienze e le emozioni suscitate dalla visita del Santo Padre. E' palpabile uno spirito comunitario ed una grande voglia di sentirsi comunità!
Il vulcanico padre Leoluca ha invitato ospiti graditissimi: padre Antonio Todaro, vicario di zona del VI vicariato – di cui Marineo fa parte –, monsignor Giuseppe Randazzo e padre Giuseppe Tavolacci, vice-rettore quest’ultimo del Seminario arcivescovile, incarico che ricopriva don Leoluca prima di divenire il parroco di Marineo.
Alle 21 in punto tutto è pronto: il coro ed i mimi scalpitano ansiosi di esibirsi; Ciro Realmonte ed Enzo Scrò sono in attesa di un cenno di don Leoluca per avviare su un maxi-schermo la proiezione di un dvd cui avevano dato vita: le omelie, i discorsi, le foto del Papa a Palermo. La comunità tutta è pronta ad attisari l’aricchi.
Tocca al parroco, ora cci voli, dare il benvenuto ad ospiti e convenuti ed introdurre le motivazioni che hanno ispirato l’incontro: raccogliere l’eco intima – calda calda – della visita papale, coglierne i messaggi e le opportunità, valutarne le valenze, sfruttarne le spinte.
Poi, via con il primo filmato! Sullo schermo compaiono le immagini dell’arrivo del Papa a Palermo, il suo percorrere le strade cittadine, l’arrivo al Foro Italico in cui una ripresa dall’alto mostra migliaia di teste al sole in frenetica attesa. Ed il Papa ora è lì, tra di loro; con lo sfondo naturale del Monte Pellegrino si pone sull’altare, celebra la Messa, rivolge l’Omelia ai siciliani. Parla del significato profondo della fede, della forza che una vita ispirata alla Parola di Dio può fornire per superare le tantissime difficoltà in cui il cristiano di oggi, ed il siciliano in particolare, si trova immerso. Restituisce coraggio in nome di Dio, addita esempi virtuosi, sprona a superare il male con il bene.
Quelle immagini ma soprattutto quelle parole riecheggiano dentro il cuore e la mente dei presenti, rievocano i momenti vissuti in diretta: la sensazione di una riproposizione emotiva è palpabile.
È il momento ora delle testimonianze. Padre Todaro, componente dello staff organizzativo d’accoglienza, racconta del grande lavoro svolto e stimola la comunità parrocchiale a recepirne i profondi significati. Invita la comunità marinese a non lasciare cadere l’entusiasmo suscitato dalla visita del Papa e spera di vedere tanti marinesi agli incontri che si tengono in Cattedrale a Palermo.
Ciro Di Sclafani e la moglie Francesca Lo Faso – del Gruppo Famiglia – passano a tutti le loro sensazioni allo scorgere tra la folla la figura papale, ricordano la trepidante attesa, ne colgono l’importanza per le famiglie, leggono brani di discorsi di Benedetto XVI.
Io stesso ho raccontato della mia partecipazione – il sabato precedente all’arrivo del Papa – alle Fontane di Luce, presso la Chiesa di Santa Caterina e quanto provato assistendo a tutte le dirette televisive della domenica successiva. Nel primo caso ho citato le parole forti del vescovo di Trapani Francesco Miccichè allorquando, parlando di Legalità e bene comune, egli afferma: “E’ irrinunciabile essere cristiani “dentro” e “fuori”; dentro se stessi così come nelle manifestazioni esteriori e nella vita di ogni giorno, dentro la chiesa ma soprattutto all’esterno di essa: nella famiglia, nella società; dentro le confraternite ed i gruppi ecclesiali ma anche in tutte le manifestazioni comunitarie.” Ho ricordato una frase del Papa :"Il Cristianesimo è un 'certo' modo di vedere tutte le cose e non un modo di vedere certe cose".
Riguardo alle immagini televisive della domenica egli ricorda il modo speciale in cui Benedetto XVI raggiunge il cuore e la mente delle persone: con dolcezza e forza, con umiltà e spirito fraterno, con grande saldezza spirituale egli raggiunge ciascuno dei presenti ed instaura con lui un rapporto diretto, stimolandone la voglia di crescere spiritualmente. Infine ho ricordato l’invito ai religiosi riuniti alla Cattedrale di Palermo : “Spalancate le porte ai giovani!”, nella certezza che proprio i giovani siano il futuro della chiesa e della società.
Monsignor Giuseppe Randazzo invita la comunità parrocchiale marinese a confrontarsi con onestà ed attenzione con le parole del Papa, col suo invito a vivere una parrocchiale spirituale e di preghiera , col suo modo di intendere la fede e la speranza, con la indifferibilità e necessità di testimoniare sempre ed ovunque la propria identità di cristiani. Ricorda inoltre le parole rivolte a tutti i religiosi riuniti nella Cattedrale palermitana: “Ciascun religioso sia particolarmente attento alle esigenze spirituali, ai bisogni materiali, alle difficoltà della vita dei fedeli a lui affidati; stia molto vicino alla “sua” gente e lo faccia “da sacerdote”, ispirandosi in tutti i suoi atti al Vangelo, applicando la Parola di Dio,rendendosene testimone vivente”.
Carmelo Spinella, visibilmente emozionato, narra della sua iniziale titubanza a recarsi all’incontro col Santo Padre: poi misteriosamente – ma non troppo! –si ritrova ad organizzare i pulmann che porteranno i giovani a Palermo e si fa contagiare dal loro entusiasmo. Da quel momento in poi è un crescendo di emozioni: la visione del Papa in cui egli vede direttamente Dio e Gesù Cristo, cogliendone il ministero Pietrino ed un auspicio : “Il Papa dovrebbe venire ogni settimana!”. Auspicio accolto con simpatia dai presenti.
Antonella Vitali sintetizza i ricordi e le sensazioni provate in Piazza Politeama in tre parole-chiave: “Chiesa – Coraggio – Radici”. Nella parola “Chiesa” è racchiusa la sensazione provata di non essere soli nell’affrontare i problemi che la vita pone davanti. A volte verrebbe da scoraggiarsi, a volte si ha la sensazione di essere gli unici ad affrontare con fatica l’esistenza…poi si scopre che intorno a Gesù Cristo si raccoglie una miriade di persone legate tra di loro da una identità cristiana comune. Allora passano tutte le paure e viene “il coraggio”. Quello di affrontare insieme a tanti fratelli tutto quanto la vita propone, forti di una fede comune. L’essere “chiesa” ed il ritrovare il “coraggio” sono resi possibili dalla scoperta di “radici” che affondano nel bene e che si alimentano di fiumi virtuosi, di valori positivi pregnanti e sfidanti. Non è un caso che lo slogan che campeggiava sullo sfondo del palco papale “DIO Si FIDA di TE” ripulito delle minuscole si trasformi in : “DIO SFIDA TE” ! In ultimo Antonella nota come, più che nella veste di persona e personaggio, abbia “visto” e vissuto il Papa nella sua figura di Vicario Di Cristo in terra.
Dopo alcune altre proiezioni di immagini della visita papale ed alcuni canti intonati a cori chinu da tutta l’assemblea, giunge il momento dei mimi: rappresentazioni mute recitate da giovani marinesi sul palco del Politeama, durante l’attesa del Papa.
Il primo mimo offerto dai giovani della parrocchia ha per tema “L’integrazione tra i popoli”: giovani che rappresentano gente di diversa etnia, colore, cultura e condizione sociale, vincono le difficoltà grandissime ed apparentemente insuperabili vivendo secondo la Parola e l’insegnamento di Gesù Cristo: Si arriva così ad una autentica integrazione ed alla realizzazione della fratellanza, della vera integrazione, della vera accoglienza dell”Altro.
Il secondo mimo, messo in scena da un gruppo di giovani parrocchiani capitanato da fra Luca, frate cappuccino del Convento, ha come tema : “Gesù è la tua unica àncora di salvezza”. Alcuni giovani impersonano i principali mali che attentano alla vita spirituale: droga, alcool, moda, denaro, sesso ; una giovane ricopre il ruolo della persona tentata; fra Luca è nei panni di Gesù. Si svolge una furibonda lotta tra le forze del male che allontanano la giovane dal bene e Gesù Cristo, che tenta di strapparla ad esse. La giovane si dibatte e disperata sta per accettare un’arma per suicidarsi . In un sussulto finale, la giovane riesce a legarsi a Gesù Cristo: questi abbatte le forze del male e per salvare la giovane, offre in sacrificio la sua vita e muore in croce.
Intensissimo il pathos creato tra gli spettatori, scioltosi poi in un applauso liberatorio ed entusiasta!
Resta il tempo per una ultima testimonianza, quella di una mamma: “Mi sono recata domenica mattina a Palermo ad assistere alla Messa del Papa ed ho lasciato a casa la figlioletta, perché troppo piccola, temendo la folla. Mi sentivo in colpa per non averla con me – la porto sempre con me – e pensavo alla sua reazione al mio ritorno a casa. E’ stato invece veramente singolare scoprire al ritorno che la bambina non era in collera con me ed anzi mi coccolava: nei miei occhi ha visto la presenza del Papa!”
Ancora un’ultima carrellata di foto della visita papale scorre sullo schermo; poi padre Leoluca visibilmente soddisfatto e commosso si dice certo del fatto che la visita del Papa sarà per la comunità marinese un seme che darà frutti proficui; poi impartisce la Benedizione e manda tutti a nanna!
Tra i banchi della chiesa, nei corridoi, sull’atrio della Matrici, le voci si rincorrono: “Chi ffu bbellu!”, “Nni valìa veru la pena!”. Guardando la gente che se ne torna a casa, mi viene alla mente una immagine del Papa in cui guarda verso la folla dei fedeli quasi con timidezza: sembra dire:”Buon lavoro a tutti”.
Ieri sera – venerdì 15 – padre Leoluca Pasqua ha riunito la comunità parrocchiale marinese alla Matrice proprio per fissare sensazioni ed emozioni ancora cavudi cavudi, per raccogliere le testimonianze di quanti avevano partecipato all’evento e trasferirle a chi non aveva avuto la possibilità di assistervi, per trarre indicazioni importanti dai tanti messaggi “lasciati” dal Santo Padre ed utilizzarli nello svolgimento della pastorale locale.
Atmosfera frizzante, animazione, giovani in fermento pronti ad animare la serata con canti e con i mimi, foltissima la partecipazione –la chesa era veru china -, fermento ed aria di serena allegria: ciascuno dei presenti è ansioso di conoscere e condividere le esperienze e le emozioni suscitate dalla visita del Santo Padre. E' palpabile uno spirito comunitario ed una grande voglia di sentirsi comunità!
Il vulcanico padre Leoluca ha invitato ospiti graditissimi: padre Antonio Todaro, vicario di zona del VI vicariato – di cui Marineo fa parte –, monsignor Giuseppe Randazzo e padre Giuseppe Tavolacci, vice-rettore quest’ultimo del Seminario arcivescovile, incarico che ricopriva don Leoluca prima di divenire il parroco di Marineo.
Alle 21 in punto tutto è pronto: il coro ed i mimi scalpitano ansiosi di esibirsi; Ciro Realmonte ed Enzo Scrò sono in attesa di un cenno di don Leoluca per avviare su un maxi-schermo la proiezione di un dvd cui avevano dato vita: le omelie, i discorsi, le foto del Papa a Palermo. La comunità tutta è pronta ad attisari l’aricchi.
Tocca al parroco, ora cci voli, dare il benvenuto ad ospiti e convenuti ed introdurre le motivazioni che hanno ispirato l’incontro: raccogliere l’eco intima – calda calda – della visita papale, coglierne i messaggi e le opportunità, valutarne le valenze, sfruttarne le spinte.
Poi, via con il primo filmato! Sullo schermo compaiono le immagini dell’arrivo del Papa a Palermo, il suo percorrere le strade cittadine, l’arrivo al Foro Italico in cui una ripresa dall’alto mostra migliaia di teste al sole in frenetica attesa. Ed il Papa ora è lì, tra di loro; con lo sfondo naturale del Monte Pellegrino si pone sull’altare, celebra la Messa, rivolge l’Omelia ai siciliani. Parla del significato profondo della fede, della forza che una vita ispirata alla Parola di Dio può fornire per superare le tantissime difficoltà in cui il cristiano di oggi, ed il siciliano in particolare, si trova immerso. Restituisce coraggio in nome di Dio, addita esempi virtuosi, sprona a superare il male con il bene.
Quelle immagini ma soprattutto quelle parole riecheggiano dentro il cuore e la mente dei presenti, rievocano i momenti vissuti in diretta: la sensazione di una riproposizione emotiva è palpabile.
È il momento ora delle testimonianze. Padre Todaro, componente dello staff organizzativo d’accoglienza, racconta del grande lavoro svolto e stimola la comunità parrocchiale a recepirne i profondi significati. Invita la comunità marinese a non lasciare cadere l’entusiasmo suscitato dalla visita del Papa e spera di vedere tanti marinesi agli incontri che si tengono in Cattedrale a Palermo.
Ciro Di Sclafani e la moglie Francesca Lo Faso – del Gruppo Famiglia – passano a tutti le loro sensazioni allo scorgere tra la folla la figura papale, ricordano la trepidante attesa, ne colgono l’importanza per le famiglie, leggono brani di discorsi di Benedetto XVI.
Io stesso ho raccontato della mia partecipazione – il sabato precedente all’arrivo del Papa – alle Fontane di Luce, presso la Chiesa di Santa Caterina e quanto provato assistendo a tutte le dirette televisive della domenica successiva. Nel primo caso ho citato le parole forti del vescovo di Trapani Francesco Miccichè allorquando, parlando di Legalità e bene comune, egli afferma: “E’ irrinunciabile essere cristiani “dentro” e “fuori”; dentro se stessi così come nelle manifestazioni esteriori e nella vita di ogni giorno, dentro la chiesa ma soprattutto all’esterno di essa: nella famiglia, nella società; dentro le confraternite ed i gruppi ecclesiali ma anche in tutte le manifestazioni comunitarie.” Ho ricordato una frase del Papa :"Il Cristianesimo è un 'certo' modo di vedere tutte le cose e non un modo di vedere certe cose".
Riguardo alle immagini televisive della domenica egli ricorda il modo speciale in cui Benedetto XVI raggiunge il cuore e la mente delle persone: con dolcezza e forza, con umiltà e spirito fraterno, con grande saldezza spirituale egli raggiunge ciascuno dei presenti ed instaura con lui un rapporto diretto, stimolandone la voglia di crescere spiritualmente. Infine ho ricordato l’invito ai religiosi riuniti alla Cattedrale di Palermo : “Spalancate le porte ai giovani!”, nella certezza che proprio i giovani siano il futuro della chiesa e della società.
Monsignor Giuseppe Randazzo invita la comunità parrocchiale marinese a confrontarsi con onestà ed attenzione con le parole del Papa, col suo invito a vivere una parrocchiale spirituale e di preghiera , col suo modo di intendere la fede e la speranza, con la indifferibilità e necessità di testimoniare sempre ed ovunque la propria identità di cristiani. Ricorda inoltre le parole rivolte a tutti i religiosi riuniti nella Cattedrale palermitana: “Ciascun religioso sia particolarmente attento alle esigenze spirituali, ai bisogni materiali, alle difficoltà della vita dei fedeli a lui affidati; stia molto vicino alla “sua” gente e lo faccia “da sacerdote”, ispirandosi in tutti i suoi atti al Vangelo, applicando la Parola di Dio,rendendosene testimone vivente”.
Carmelo Spinella, visibilmente emozionato, narra della sua iniziale titubanza a recarsi all’incontro col Santo Padre: poi misteriosamente – ma non troppo! –si ritrova ad organizzare i pulmann che porteranno i giovani a Palermo e si fa contagiare dal loro entusiasmo. Da quel momento in poi è un crescendo di emozioni: la visione del Papa in cui egli vede direttamente Dio e Gesù Cristo, cogliendone il ministero Pietrino ed un auspicio : “Il Papa dovrebbe venire ogni settimana!”. Auspicio accolto con simpatia dai presenti.
Antonella Vitali sintetizza i ricordi e le sensazioni provate in Piazza Politeama in tre parole-chiave: “Chiesa – Coraggio – Radici”. Nella parola “Chiesa” è racchiusa la sensazione provata di non essere soli nell’affrontare i problemi che la vita pone davanti. A volte verrebbe da scoraggiarsi, a volte si ha la sensazione di essere gli unici ad affrontare con fatica l’esistenza…poi si scopre che intorno a Gesù Cristo si raccoglie una miriade di persone legate tra di loro da una identità cristiana comune. Allora passano tutte le paure e viene “il coraggio”. Quello di affrontare insieme a tanti fratelli tutto quanto la vita propone, forti di una fede comune. L’essere “chiesa” ed il ritrovare il “coraggio” sono resi possibili dalla scoperta di “radici” che affondano nel bene e che si alimentano di fiumi virtuosi, di valori positivi pregnanti e sfidanti. Non è un caso che lo slogan che campeggiava sullo sfondo del palco papale “DIO Si FIDA di TE” ripulito delle minuscole si trasformi in : “DIO SFIDA TE” ! In ultimo Antonella nota come, più che nella veste di persona e personaggio, abbia “visto” e vissuto il Papa nella sua figura di Vicario Di Cristo in terra.
Dopo alcune altre proiezioni di immagini della visita papale ed alcuni canti intonati a cori chinu da tutta l’assemblea, giunge il momento dei mimi: rappresentazioni mute recitate da giovani marinesi sul palco del Politeama, durante l’attesa del Papa.
Il primo mimo offerto dai giovani della parrocchia ha per tema “L’integrazione tra i popoli”: giovani che rappresentano gente di diversa etnia, colore, cultura e condizione sociale, vincono le difficoltà grandissime ed apparentemente insuperabili vivendo secondo la Parola e l’insegnamento di Gesù Cristo: Si arriva così ad una autentica integrazione ed alla realizzazione della fratellanza, della vera integrazione, della vera accoglienza dell”Altro.
Il secondo mimo, messo in scena da un gruppo di giovani parrocchiani capitanato da fra Luca, frate cappuccino del Convento, ha come tema : “Gesù è la tua unica àncora di salvezza”. Alcuni giovani impersonano i principali mali che attentano alla vita spirituale: droga, alcool, moda, denaro, sesso ; una giovane ricopre il ruolo della persona tentata; fra Luca è nei panni di Gesù. Si svolge una furibonda lotta tra le forze del male che allontanano la giovane dal bene e Gesù Cristo, che tenta di strapparla ad esse. La giovane si dibatte e disperata sta per accettare un’arma per suicidarsi . In un sussulto finale, la giovane riesce a legarsi a Gesù Cristo: questi abbatte le forze del male e per salvare la giovane, offre in sacrificio la sua vita e muore in croce.
Intensissimo il pathos creato tra gli spettatori, scioltosi poi in un applauso liberatorio ed entusiasta!
Resta il tempo per una ultima testimonianza, quella di una mamma: “Mi sono recata domenica mattina a Palermo ad assistere alla Messa del Papa ed ho lasciato a casa la figlioletta, perché troppo piccola, temendo la folla. Mi sentivo in colpa per non averla con me – la porto sempre con me – e pensavo alla sua reazione al mio ritorno a casa. E’ stato invece veramente singolare scoprire al ritorno che la bambina non era in collera con me ed anzi mi coccolava: nei miei occhi ha visto la presenza del Papa!”
Ancora un’ultima carrellata di foto della visita papale scorre sullo schermo; poi padre Leoluca visibilmente soddisfatto e commosso si dice certo del fatto che la visita del Papa sarà per la comunità marinese un seme che darà frutti proficui; poi impartisce la Benedizione e manda tutti a nanna!
Tra i banchi della chiesa, nei corridoi, sull’atrio della Matrici, le voci si rincorrono: “Chi ffu bbellu!”, “Nni valìa veru la pena!”. Guardando la gente che se ne torna a casa, mi viene alla mente una immagine del Papa in cui guarda verso la folla dei fedeli quasi con timidezza: sembra dire:”Buon lavoro a tutti”.