Iniziative culturali, alcune proposte per una progettualità condivisa


di Giovanni Perrone
MARINEO. E’ stata una buona idea l’aver organizzato un incontro di tutte le realtà associative (ed anche istituzionali) marinesi al fine di stilare un calendario delle varie iniziative e programmare un’adeguata suddivisione dei fondi. La presenza di sindaco, assessori, presidente del Consiglio e consiglieri, parroco, rappresentanti delle scuole e funzionari comunali ha evidenziato il rilievo dato all’iniziativa. Si è notata la vivace partecipazione delle numerose realtà operanti in Marineo, notevole risorsa per l’intera comunità. Ognuno ha messo in risalto le iniziative previste (iniziative apprezzabili e riguardanti vari ambiti), l’assessore alla cultura Benanti ha coordinato l’incontro, prendendo nota delle varie proposte. Ora il comune ha l’onere di suddividere le esigue risorse per soddisfare le molteplici richieste.
Sarà difficile “accordare” tutti. Si dovrà operare una selezione in conformità a criteri di qualità e non clientelari o di mera ripartizione “a tappeto”. Mi vengono in mente alcune linee orientative, forse non esaustive, che elenco di seguito.
Verificare la rispondenza delle proposte ai bisogni della comunità. Talora, purtroppo, sorgono iniziative estemporanee, come gli acquisti orientati dall’ultimo venditore di turno o da altri interessi non sempre pubblici.
Evitare la logica spartitoria o della distribuzione di briciole per tutti.
Prestare adeguata attenzione ad iniziative che hanno risalto anche a livello non strettamente locale, ma che rendono prestigio alla comunità.
Valorizzare le risorse e le competenze. Non tutti possono avere competenze in tutti gli ambiti, né possono essere accreditati progetti onnicomprensivi. Ogni istituzione, ogni associazione, ogni persona ha specifiche competenze maturate nel corso degli anni. E’ pertanto opportuno ricercare, promuovere, valorizzare dette competenze perché siano implementate e siano messe a disposizione della comunità. Talora, purtroppo, la necessità di trovar quattrini “costringe” una associazione di nuotatori a promuovere iniziative di alpinismo!
Ad esempio, se si prevedono somme per il ballo del “qua qua” si troveranno mille “esperti di qua qua”!
Mettere in rete risorse e competenze, al fine di evitare frammentazioni e doppioni e favorire interazioni ed implementazioni positive.
Valutare l’efficacia sociale e formativa dell’iniziativa, nonché sua fecondità e il suo inserimento in un percorso progettuale. A volte, infatti, si notano iniziative che nascono dal nulla e muoiono nel nulla: sono affidate al vento di una giornata. Ad esempio, ci può essere il pericolo di spendere un sacco di quattrini per mezza giornata di giochi per ragazzi e di dimenticarsi di associazioni che ai ragazzi si dedicano quotidianamente.
Prestare attenzione all’affidabilità dei proponenti. Mi riferisco ad affidabilità etica, organizzativa, progettuale e di continuità d’impegno. Le tre dimensioni del sapere, saper fare e saper essere possono essere orientanti nelle scelte.
Considerare la capacità di mettere in relazione generazioni diverse e competenze molteplici, in maniera da favorire dinamicità, interazione tra saperi diversi e permettere all’iniziativa di far crescere sia chi l’organizza sia chi ne fruisce.
Verificare che le risorse richieste corrispondano ad effettiva necessità e ad equilibrio tra le spese. Ad esempio, talora, di fronte ad un 80% di spese per la progettazione (e per la pizza finale di organizzatori ed amici o cose relative) viene utilizzato appena il 5% per l’effettiva iniziativa.
Valorizzare l’opera del puro volontariato, per gratificare quanti s’impegnano con costanza, con continuità, con competenza in azioni sociali durature, specialmente a favore delle giovani generazioni e delle fasce più deboli.
Organizzare alla fine dell’anno un incontro di verifica comunitaria che valuti ciò che è stato realizzato, l’adeguatezza dell’impegno economico ai risultati ottenuti e inizi il percorso di progettazione per il nuovo anno. Si potrebbe pensare, ad esempio, anche ad una mostra finale dei progetti realizzati, che evidenzi il rapporto tra spesa e risultati, nonché gli aspetti qualitativi.
Non tutto sarà possibile quest’anno, ritengo. Non è facile passare dalla logica individualistica a quella comunitaria. Perché non iniziare a provare? Anche al fine di non trovarsi “costretti” a finanziare tanti “giochi artificiali” di effetto ma di breve durata, che lasciano occhi spalancati e bocche amare, tasche vuote e sporcizia da raccogliere.